Due gol per lui e sei punti per l’Argentina: potrebbe essere davvero l’anno dell’Argentina ma soprattutto di Lionel Messi che in questo Mondiale ha iniziato senza fare il fenomeno ma comportandosi soprattutto da uomo squadra. Contro la Bosnia si era visto relativamente poco e gli è bastata un’accelerazione al momento più opportuno per fare la differenza.
Contro l’Iran, disposto in modo scientifico da Carlo Queiroz che sulla Pulce aveva predisposto marcature doppie e anche triple, cerca di fare il suo, di distribuire il gioco, sbaglia pochissimi passaggi in una gran quantità di palloni toccati nonostante il traffico e il pressing. Poi quando la partita sembra avviarsi verso uno 0-0 quasi giusto, soprattutto dopo che Rombero aveva appena compiuto un vero miracolo su un colpo di testa di Dejagah, ecco che Messi illumina la scena con un grandissimo gol. Due
parole le merita invece la sfida tra Germania e Ghana che è stata a mio avviso fino a questo momento, di gran lunga, la partita più bella di tutto il Mondiale. Se il Ghana avesse un po’ più d’ordine difensivo oltre alla solita fisicità sarebbe una squadra da primi posti: e se dietro avesse le stesse qualità individuali che ha davanti potrebbe addirittura arrivare a giocarsi il titolo. La Germania ha rischiato davvero grosso: due punti persi per il Mannschaft che punta al titolo con decisione dopo il poker inflitto al Portogallo? “Per carità – ha ammesso a fine gara lo stesso commisario tecnico Low – un punto guadagnato e con molta fatica”. Sotto un sole cocente, aggiungiamo noi.