Condanna a 1 anno e tre mesi e 20mila euro di risarcimento per Piercamillo Davigo. Lo ha stabilito il tribunale di Brescia nel processo per rivelazione e utilizzazione di segreto sui verbali della Loggia Ungheria resi alla Procura di Milano dall’ex legale esterno di Eni, Piero Amara, nei confronti del pm simbolo di Mani Pulite. Il dispositivo di sentenza è stato letto nell’aula della Corte d’Assise dal presidente della prima sezione penale, Roberto Spanò, al termine di un processo iniziato il 24 maggio 2022.
Dieci udienze durante le quali sono stati chiamati a testimoniare tutti i principali vertici della magistratura e del Csm della stagione 2018-2022. La Procura di Brescia aveva chiesto la condanna a 1 anno e 4 mesi con pena sospesa con l’accusa a Davigo di aver concorso con il pm Paolo Storari, che gli consegnò a Milano i verbali di Amara in formato word su una pen drive, nel “disvelare atti coperti dal segreto investigativo” e per averli a sua volta consegnati o mostrati a diverse persone a Roma, sia dentro che al di fuori del Consiglio superiore della magistratura: l’ex vice presidente, David Ermini, l’ex primo presidente di Cassazione, Pietro Curzio, l’ex Pg di Cassazione, Giovanni Salvi, i consiglieri Csm Giuseppe Marra, Ilaria Pepe, Alessandro Pepe, Giuseppe Cascini, Fulvio Gigliotti, Stefano Cavanna, l’ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, e le assistenti amministrative al Csm Giulia Befera e Marcella Contraffatto. Il tribunale di Brescia ha concesso a Davigo le attenuanti generiche e lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e a risarcire l’ex collega al Csm Sebastiano Ardita – indicato da Amara come appartenente alla Loggia Ungheria – con 20mila euro più 5mila di spese legali. Il collegio ha fissato in 30 giorni il termine per il deposito della motivazioni della sentenza.
Gli avvocati di Piercamillo Davigo, Francesco Borasi e Domenico Pulite, avevano chiesto l’assoluzione con la “più ampia formula liberatoria” dell’ex pm di Mani Pulite, accusato di rivelazione e utilizzazione di segreto sui verbali della Loggia Ungheria resi dall’ex legale esterno di eni Piero Amara alla Procura di Milano. I difensori di Davigo ritenevano “insussistente” anche l’ingiusto danno provocato alla parte civile, il magistrato Sebastiano Ardita, dalla circolazione dei verbali al Csm come anche insussistente del “dolo” ipotizzato dai pubblici ministero Francesco Milanesi e Donato Greco.
Difesa Davigo: “Condanna è un errore, faremo appello”
“La condanna è un errore giuridico e un errore di fatto, presenteremo appello“. È il commento a caldo dell’avvocato di Piercamillo Davigo, Francesco Borasi, dopo la lettura della sentenza di condanna a un anno e 3 mesi e il risarcimento di 20mila euro per Sebastiano Ardita nei confronti dell’ex pm di Mani Pulite. Davigo è stato condannato dal collegio della prima sezione penale Spanò-Macca-de Nisi al termine di un processo durato oltre un anno con l’accusa di aver concorso con il pm di Milano, Paolo Storari (assolto in via definitiva in abbreviato) nel disvelare i verbali segreti dell’avvocato Piero Amara sulla Loggia Ungheria e per averne comunicato il contenuto e consegnato una copia a diversi fra alti magistrati, consiglieri del Csm e parlamentari fra maggio e settembre 2020.