Ispezionare Visibilia Editore ed estendere “l’azione di responsabilità” nei confronti non solo del vecchio management del gruppo, fondato dalla ministra del Turismo, Daniela Santanché e del compagno Dimitri Kunz, ma anche degli “attuali amministratori”. È quanto chiede la Procura di Milano con una memoria di 5 pagine depositata ieri in vista dell’udienza davanti al tribunale civile di Milano che si terrà il 14 settembre, nella causa intentata dai piccoli azionisti di Visibilia che hanno denunciato “gravi irregolarità” nella gestione dell’azienda che avrebbero fatto crollare il valore in borsa delle azioni. Per la procuratrice aggiunta Laura Pedio e la pm Maria Giuseppina Gravina “permangono le gravi irregolarità nella gestione della società”. Di cui alcune inedite – oltre a quelle contabili già segnalate nei mesi scorsi con la consulenza del professor Nicola Pecchiari sulla necessità di pesanti svalutazioni a bilancio a partire dal 2016 -, perché emerse solo “nel corso della presente procedura”. In particolare quelle riguardanti la cassa integrazione dei dipendenti e la scalata ‘occulta’ a Visibilia Editore messa in atto da ottobre 2022 dall’ex presidente Luca Giuseppe Reale Ruffino, morto suicida il 5 agosto. L’imprenditore era arrivato a detenere il 71,33% delle azioni senza che Visibilia informasse il mercato “anche a seguito della scomparsa del presidente Ruffino” stesso. Non lo ha fatto fino al 30 agosto 2023, 24 ore dopo la delibera Consob che informava il mercato del variato assetto proprietario e delle mancate comunicazioni da parte della società all’Autorità di vigilanza, e il giorno prima della pubblicazione dell’ultima semestrale.
“Almeno” un altro dipendente al lavoro mentre in cig
Secondo i pm ci sarebbe “almeno” un altro ‘caso’ di lavoratore, Francesco Maggioni, messo in cassa integrazione “a zero ore” e che tuttavia avrebbe svolto “su incarico della società prestazioni lavorative“, dopo quello già emerso della dipendente Federica Bottiglione. Il 6 settembre 2023 l’Ufficio Vigilanza Ispettiva dell’Inps ha comunicato che “non risultano regolarizzazioni (richieste o approvate) relative al periodo oggetto di indagine (2020-2022) afferenti alla questione Cig” né da parte della società quotata in Borsa né di Visibilia Concessionaria srl e quindi rimane “l’irregolarità segnalata”. Secondo Pedio e Gravina, anche in prospettiva della “continuità aziendale” le “previsioni formulate nella relazione degli amministratori e il piano industriale allegato, appaiono eccessivamente ottimistiche in ragione delle incerte risorse di liquidità per sostenere il piano stesso”. Tra i motivi proprio la morte dell’azionista di maggioranza e la relativa “incertezza” sul “possibile supporto finanziario” e la sospensione dei rapporti con il misterioso ‘fondo’ Negma delle Isole Vergini Britanniche che, in passato, ha sostenuto finanziariamente la società con prestiti obbligazionari convertibili.
Necessità di svalutare i crediti
Infine la Procura di Milano, citando le relazioni del consulente tecnico, segnala la “necessità di una svalutazione significativa dei crediti” per 1.271.332 di euro nei confronti della Visibilia srl in liquidazione (“società quest’ultima, come accertato nella seconda Relazione del 2 maggio 2023, che aveva iscritto crediti inesistenti e omesso svalutazioni di crediti verso clienti scaduti da diversi anni tanto da occultare l’esistenza di un patrimonio netto negativo pari a meno 6.177.407 di euro alla data del 31 dicembre 2016”). Come per Visibilia Concessionaria anche nei confronti di Visibilia srl – entrambe le società sono sottoposte a istanza di fallimento – ci sarebbe “incertezza sulla recuperabilità” dei crediti da parte della quotata. I “rimborsi attesi” – segnalano i pm ai giudici del Tribunale delle Imprese – sono cresciuti nel tempo dai 600mila euro del 2024 ai 943mila euro nel 2025. È solo a patto che “non venga meno la solvibilità” delle due società o del “garante” (Daniela Santanché e la Immobiliare Dani srl) che sarà possibile mantenere una “situazione di equilibrio finanziario e corretto funzionamento”. “Al garante di tali debiti – scrivono i pm – non risultano essere state richieste da parte del Gruppo garanzie reali né tantomeno fidejussorie” mentre, a “seguito dell’accordo di transizione fiscale” siglato il 22 agosto da Visibilia srl per oltre 1,6 milioni di euro, “risulta evidente come le prospettive di incasso da parte di Visibilia Editrice siano di fatto subordinate rispetto alle pretese della Agenzia delle Entrate”.