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Consulta boccia ballotaggio, cambia Italicum. Scontro sul voto. Renzi pronto, Fi frena

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L‘Italicum è dimezzato. La Corte costituzionale, dopo oltre sei ore di camera di consiglio, detta le attese regole per riportare gli italiani al voto. E’ illegittimo il ballottaggio, fiore all’occhiello della legge elettorale voluta da Matteo Renzi, ma non il premio di maggioranza al primo turno per chi raggiunge il 40% dei consensi. Sopravvivono capilista bloccati e pluricandidature, ma sarà un sorteggio e non l’eletto a scegliere il collegio in caso di vittoria multipla. Infine l’Italicum, così come corretto dalla sentenza, spiega la Corte, “è suscettibile di immediata applicazione”.

In sintesi la legge resta apparentemente maggioritaria, ma sostanzialmente proporzionale proprio in virtù di un premio di maggioranza tanto alto e difficile, guardando i numeri di ogni singolo grande partito nel nostro panorama politico, da raggiungere. Di fatto proprio in virtù di un premio così proibitivo, la legge elettorale disegnata dalla Consulta potrebbe di fatto già “armonizzarsi” con il Consultellum vigente in Senato. Deduzione che per essere realistica deve però attendere le motivazioni che la Corte si riserva di rendere pubbliche non prima di un mese. Ad oggi quindi vi sono solo i confini “legittimi e costituzionali” del campo di gioco, dentro i quali ora i partiti dovranno decidere come comportarsi.

Si dicono soddisfatti gli avvocati che compongono il pool anti-Italicum. “L’ammissibilita’ delle ordinanze di Trieste, Perugia, Torino e Genova è una grande vittoria di principio, e accentuata dal fatto che il Governo è stato totalmente sconfitto, avendo provato a difendere fino all’ultimo con le unghie e con i denti” la legge, spiegano. “La sopravvivenza di un premio di maggioranza al primo turno – affermano – è uno specchietto per le allodole perché nessuna lista allo stato attuale può aspirare al 40% dei voti, ciò di fatto rende la legge uscita modificata dalla Consulta ancora più proporzionale di quella del Senato”. Ora, però, avvertono, Camera e Senato “devono lavorare per una legge elettorale che garantisca la democrazia e per questo sarà bene attendere le motivazioni della Corte costituzionale. I partiti devono apprendere la lezione impartita dalla Consulta”. Più critico, invece, il legale rappresentante del tribunale di Messina, Vincenzo Palumbo: “E’ stato fatto il minimo indispensabile -dice – Io avrei voluto che questa legge elettorale, fatta con un procedimento di dubbia costituzionalità che ha messo tra parentesi la rappresentatività del Paese, fosse eliminata. Così non è stato, la Corte ci spiegherà perché”.
Il nodo comunque resta il Senato, non abolito dopo il fallimento delle riforme costituzionali, bocciate dal referendum del 4 dicembre. L’elezione dei membri a palazzo Madama resterà su base proporzionale con la preferenza unica non di genere e con soglie all’8% per i partiti che corrono da soli, 3% per quelli coalizzati che uniti superano il 20%. Due sistemi, evidentemente ‘disomogenei’, uno maggioritario e l’altro proporzionale puro, che però potrebbero trovare una sorta di armonizzazione se una lista ottenesse il 40% dei voti. In questo caso, infatti, in Senato porterebbe a casa il 47-48% dei seggi, avvicinando i due sistemi.

RENZI PREPARA IL VOTO.  “Adesso dobbiamo prepararci, sarà la campagna elettorale più cattiva della storia”. In Transatlantico alcuni deputati renziani accolgono così la sentenza della Corte costituzionale sull’Italicum. “La legge è applicabile subito, anche domani – insiste uno di loro – e poi mi pare che abbiano smontato ben poco”. Anche Matteo Renzi, racconta chi lo ha sentito subito dopo che l’attesa nota redatta al secondo piano del palazzo della Consulta rimbalzasse tra agenzie e social network, si dice soddisfatto. E’ vero, il ballottaggio è stato bocciato, ma restano il premio di maggioranza al primo turno e i capilista bloccati e la legge è autoapplicativa. Il che – nel ragionamento del segretario Pd – rende possibile mettere una deadline “alla melina del partito del non voto”. La proposta dem resta il Mattarellum, se però il Parlamento “non riuscirà a ritrovarsi” su questa, “adesso abbiamo una legge elettorale”, mette in chiaro Ettore Rosato.
Renzi, insomma, non intende lasciare a Grillo e Salvini “l’arma” del ritorno alle urne. Il segretario Pd ha più volte ribadito di non temere il voto (c’è chi – tra i fedelissimi – fissa già sul calendario la data dell’11 giugno)  anche se – avendo da gestire un equilibrio assai delicato sia con il Quirinale che con palazzo Chigi – predica cautela. 

SALVINI RILANCIA, FI FRENA. Le strade di Forza Italia e Lega Nord a questo punto si dividono irrimediabilmente. La sentenza della Corte costituzionale sull’Italicum regala a Silvio Berlusconi quasi una legittimazione del proporzionale, proposto e difeso dallo stesso leader di Fi. L’aver dichiarato illegittimo il ballottaggio e aver salvato un premio al 40% annulla di fatto, viene spiegato in ambienti azzurri, la natura maggioritaria dell’Italicum. Ora gli alleati di sempre si trovano su due posizioni diverse: Berlusconi soddisfatto per la decisione della Corte e Salvini conscio del fatto che un proporzionale puro ‘annienterebbe’ il Carroccio.  . “La legge elettorale è subito applicabile dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani”. Tuona il segretario leghista su Twitter immediatamente dopo la sentenza della Consulta per poi ipotizzare addirittura una data: “Calendario alla mano, il 23 aprile penso possa essere una bella giornata di liberazione nazionale”.  Forza Italia, invece, non intende accelerare i tempi. “Questa sentenza che riguarda l’Italicum porta sì ad un sistema elettorale direttamente applicabile ma in divergenza dal sistema del Senato – spiega Renato Brunetta –  Abbiamo ad oggi due sistemi elettorali divergenti quindi serve un passaggio parlamentare molto impegnativo per ottemperare al monito di Mattarella in modo da poter andare alle elezioni con sistemi coerenti come appunto chiede il Presidente della Repubblica”. 

M5S SCALDA I MOTORI. Obbiettivo 40 per cento alle elezioni. Il Movimento 5 Stelle scalda i motori e punta al governo. La grande scommessa è quella di arrivare, senza alleanze, alla soglia per ottenere il premio di maggioranza, prevista dall’Italicum corretto dalla Consulta. “Fumata bianca della Consulta. Habemus Legalicum! Ora c’è una legge elettorale costituzionale e pronta all’uso per il voto subito”, esulta Beppe Grillo sul blog poco dopo la notizia dell’incostituzionalità parziale dell’Italicum decisa dalla Corte costituzionale. Tutti i ‘portavoce’ ritwittano il verbo del blog con l’hashtag ‘obbiettivo40percento’: la campagna elettorale è cominciata ufficialmente.

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