Rafa Nadal sempre più nella leggenda. Dopo aver vinto due prove del Grande Slam (Roland Garros e Us Open), chiuso il 2019 da numero 1 del Mondo, il fuoriclasse di Manacor trascina anche la Spagna alla vittoria della sua sesta Coppa Davis sotto gli occhi del Re Felipe VI. E’ infatti suo il punto decisivo con cui le Furie Rosse piegano il Canada per 2-0 nella prima finale della nuova formula, targata Gerard Piqué, alla Caja Magica di Madrid. Nadal piega il giovane Denis Shapovalov, numero 15 del Mondo ma con un futuro da top ten, per 6-3, 7-6 (7) in 1 ora e 57 minuti. In precedenza Roberto Bautista-Agut aveva battuto un altro giovane di belle speranze, Felix Augier-Aliassime, in due set con il punteggio di 7-6 (3), 6-2 in 1 ora e 50 minuti di gioco.
La Spagna, a cui andrà anche un premio di 2,1 milioni di dollari, torna così a sollevare l’insalatiera d’argento per la prima volta dal 2011 (vittoria sull’Argentina), in precedenza i trionfi del del 2000 sull’Australia, del 2004 sugli Usa, del 2008 ancora sull’Argentina e del 2009 sulla Repubblica Ceca. Un successo meritato quello della squadra guidata dal capitano Sergi Bruguera, che ha certamente sfruttato il fattore campo ma che si è anche dimostrata quella più completa. E’ stata la vittoria del gruppo e non è una frase fatta, visto che in realtà durante la settimana Brueguera ha usato tutti i cinque giocatori convocati: oltre a Nadal e Bautista, anche Pablo Carreno, Marcel Granollers e Feliciano Lopez.
Protagonista indiscusso, come detto, uno stratosferico Nadal. Il numero 1 del Mondo è stato l’anima, il trascinatore della squadra, soprattutto nella difficile semifinale contro la Gran Bretagna. Fantastica la prestazione in doppio, in compagnia di Feliciano Lopez. Oggi, invece, il campione maiorchino è andato in modalità pilota automatico piegando con l’esperienza l’emergente Shapovalov, terminando steso a terra fra le lacrime. “Sono incredibilmente felice di chiudere l’anno in questo modo”, ha commentato Nadal dopo aver alzato al cielo la sua quarta Coppa Davis. Ma è stata anche la vittoria di Bautista, colpito nelle scorse ore dalla morte del padre Joaquin, due giorni dopo era in campo per omaggiare la sua storia e per un po’ dimenticare. “Dopo una settimana così complicata, ho dovuto reagire e affrontare la situazione”, ha detto lo spagnolo.
Va così in archivio la prima edizione della nuova Coppa Davis firmata Kosmos, l’azienda di cui è proprietario il difensore del Barcellona, Gerard Piquè. Un evento che ha sicuramente attirato l’attenzione degli appassionati e degli stessi giocatori, visto che comunque al via c’erano 5 dei primi 10 giocatori del Mondo. Una formula che può ridare nuova linfa alla Davis, che negli ultimi anni per ragioni legate ad un calendario congestionato veniva spesso snobbata dai big. Allo stesso tempo, però, diverse le criticità emerse a partire dagli orari spesso proibitivi (Italia-Canada finita alle 4 del mattino, ndr). Proprio di questo ha parlato oggi in conferenza stampa Piqué. “Cercheremo insieme alla Kosmos di parlare con l’ATP riguardo al calendario. Per il futuro vorremmo creare una competizione unica da due settimane e trovare la collocazione migliore in calendario, possibilmente a settembre”, ha spiegato il calciatore spagnolo.