“Voglio essere chiaro: questa è la Terza guerra mondiale. I nostri padri, i nostri nonni, sentivano le sirene di allarme e si nascondevano dalle bombe. Qui non ci sono bombe, le sirene e i rifugi antiaerei, ma c’è un nemico invisibile, il Coronavirus, e potrebbe essere proprio il nostro vicino a trasmettercelo, senza sirene e senza avvisi”. Comincia così una lunga intervista di Marco Durante, Presidente e fondatore dell’agenzia LaPresse, pubblicata sull’ultimo numero del settimanale ‘Oggi’. “Il governo ha avuto paura di dirlo ai cittadini, si sono preoccupati dell’economia e dello spread, dei tassi e dei posti di lavoro e hanno perso tempo. Ma ci si rende conto che neanche sei mesi fa si accapigliavano intorno ai 25 miliardi per scongiurare l’aumento dell’Iva e sembrava un dramma nazionale e adesso sono usciti fuori 25 miliardi per l’emergenza così, senza battere ciglio? E non basteranno”, l’analisi di Durante.
Nell’intervista sviluppata dal direttore di ‘ Oggi’, Umberto Brindani, il presidente di LaPresse, grazie ai suoi contatti nazionali e internazionali, ha una visione a 360 gradi di cosa sta succedendo. “Attraverso l’Agenzia e attraverso AP ho molti contatti con l’Europa e gli Stati Uniti (…) il frutto di tutti questi mesi di impegno è stato l’invito da parte del nostro partner Ap alla cena di gala che si terrà il 25 aprile alla Casa Bianca (…) Ho avuto modo di sviluppare un pensiero globale: nel panorama che abbiamo intorno tutto è negativo, nulla tornerà come prima, ma se c’è un elemento di speranza è proprio nel fatto che questa guerra planetaria costringerà gli europei a sedersi intorno a intavolo e cercare misure comuni e risolvere i problemi”. La speranza di Durante quando tutto sarà finito è una sola: “Il coronavirus ci ha già cambiati. Non siamo più liberi. E dobbiamo darci da fare per tornare a esserlo”.