A poche ore dalla tragedia di Genova, i fari sono puntati su tutte le opere di Riccardo Morandi, padre del ponte simbolo della Lanterna, scomparso a 87 anni nel 1989. Una in particolare fa tremare i polsi ai romani, è il viadotto della Magliana, conosciuto come ‘Ponte Morandi’. Il primo sospeso della Capitale e l’unico a tracciato curvilineo: un’opera ambiziosa e mai tentata prima a Roma. Un ‘fratello’ più piccolo di quello che si è sbriciolato a Genova alla vigilia di Ferragosto. Stessa concezione, stessi materiali.
Oggi è trafficatissimo – collega il quartiere Eur all’autostrada per l’aeroporto di Fiumicino – e ha superato di 20 anni il suo limite massimo di servizio. Come per Genova, il flusso di traffico è incomparabile rispetto a quello degli anni ’60, quando fu inaugurato. A giugno del 1965, dopo che una frana travolse l’ansa della Magliana e il viadotto autostradale che era in costruzione, l’Anas affidò all’ingegner Morandi il compito di decidere se ricostruire il tratto rovinato o scavalcarlo con un ponte sospeso. Si decise per la seconda, ma sono anni che, sulla tenuta del viadotto, scattano regolarmente nuovi allarmi.
Il capogruppo del Pd capitolino Antongiulio Pelonzi cita uno studio della facoltà di ingegneria dell’Università La Sapienza, illustrato a gennaio in un convegno, in cui si evidenzia l’urgenza di intervenire con ‘un significativo restauro o con l’abbattimento’: “Non c’è più un minuto da perdere”, afferma, richiamando la sindaca Raggi ad accelerare la procedura di realizzazione del Ponte dei Congressi. È dello scorso aprile l’interrogazione che Claudio Mancini, deputato del Pd, ha presentato al ministro dell’Interno per conoscere i risultati di un sopralluogo dei vigili del fuoco, fatto in quei mesi per verificare la sicurezza carrabile del ponte. “Intorno a questa struttura ci sono troppi dubbi”, sostiene Mancini, denunciando un “silenzio assordante” da parte dell’amministrazione Raggi.
Un’altra interrogazione, questa volta al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, verrà depositata a breve da Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, che parla di mesi di denunce da parte dei residenti e dei consiglieri municipali, “oggi drammaticamente confermate dall’ingegner Calzona, allievo di Morandi, che rivela addirittura la mancanza di collaudo del ponte e il suo stato di ammaloramento”. Anche Mollicone lamenta l’assenza della sindaca: “Ci chiediamo cosa stia facendo a riguardo”.
Il Campidoglio però non incassa le critiche e precisa che per il ponte della Magliana sono stati stanziati a Bilancio 2018 oltre 2 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria. “Per la sicurezza dei 400 ponti di Roma Capitale – precisano – l’Amministrazione esegue un regolare monitoraggio”. Per tutte le opere di manutenzione urbana di viabilità inter-municipale (ponti, strade, gallerie) nel Bilancio 2018-2020 sono previsti oltre 90 milioni di euro.