“In molte aree l’Unione europea restituisce ai suoi Paesi la sovranità nazionale che avrebbero oggi altrimenti perso”. Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, in occasione del conferimento della Laurea ad honorem in Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna, sottolineando come la “tensione tra i benefici dell’integrazione e i costi associati con la perdita di sovranità nazionale” sia per molti aspetti e “solo apparente”. Draghi ha quindi spiegato di ritenere “sbagliata” la convinzione per cui per riappropriarsi della sovranità nazionale sarebbe necessario indebolire le strutture politiche dell’Unione europea, affermando che nasce da una confusione tra sovranità e “indipendenza”, con la seconda che non garantisce la prima. La vera sovranità, ha sottolineato, “si riflette non nel potere di fare le leggi, come vuole una definizione giuridica di essa, ma nel migliore controllo degli eventi in maniera da rispondere ai bisogni fondamentali dei cittadini”.
Poi Draghi ha tracciato un quadro relativo al gradimento dell’Ue da parte dei cittadini. “Il 75% dei cittadini dell’area dell’euro è a favore dell’euro e dell’unione monetaria e il 71% degli europei è a favore della politica commerciale comune”, ha dichiarato, osservando al tempo stesso che “diminuisce dal 57% nel 2007 al 42% di oggi la considerazione che i cittadini europei hanno delle istituzioni dell’Unione”. Un declino, ha spiegato, che è “parte di un fenomeno più generale che vede diminuire la fiducia in tutte le istituzioni pubbliche”, con quella verso i governi e i parlamenti nazionali oggi si attesta appena al 35%.