La pioggia, un boato, lo schianto e la strada che crolla portando con sé le auto in un volo di 90 metri. Erano da poco passate le 12 di martedì mattina quando Genova ha visto avverarsi un incubo con il cedimento del viadotto Polcevera, noto come Ponte Morandi, che qui era considerato con orgoglio il ‘Ponte di Brooklyn’ ligure. Il bilancio è spaventoso e ancora in aggiornamento: salgono a 42 i morti. I vigili del fuoco hanno continuato a scavare per tutta la notte e hanno estratto finora dalle macerie 39 corpi. Altri tre sono stati individuati ma non ancora recuperati. Tra le vittime accertate ci sono anche tre bambini e tre cittadini cileni.
La procura di Genova ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo a carico di ignoti per accertare le cause di quella che il Procuratore Francesco Cozzi ha definito “una tragedia immane e insensata”. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti intanto ha firmato la richiesta per il riconoscimento dello ‘stato di emergenza nazionale‘.
Le operazioni dei soccorritori sono andate avanti per tutta la notte e proseguono nella speranza di trovare sopravvissuti sotto le macerie. I vigili del fuoco hanno individuato tre punti di scavo e si stanno si stanno muovendo lungo tutto l’asse del ponte caduto.
“La speranza è di trovare ancora qualcuno vivo, ma al momento non abbiamo ricevuto segnali da sotto le macerie”, ha dichiarato la portavoce della Croce rossa di Genova, Federica Bonelli. “Andiamo avanti con tutte le risorse nella speranza di trovare ancora dei superstiti. Nessuno ha dato nessun segnale di rallentare, anche in presenza di scenari veramente brutti. Abbiamo ancora parenti dei dispersi nella zona dell’incidente e in ospedale che sono in attesa di informazioni”.