Mitigare gli impatti degli aumenti dei prezzi sui cittadini e scongiurare che questo abbia effetti ulteriori sull’inflazione. Il quadro sull’incremento dei costi dell’energia e quindi del ‘caro bollette‘ si delinea, e nella Manovra dovrebbe trovare uno sbocco. Se da un lato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti chiede risorse in legge di Bilancio, e dall’altro il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani guarda ai prossimi passi che si faranno in Europa, un tassello importante lo aggiunge la Bce con l’ultima Financial stability review in cui annovera tra “le vulnerabilità future le interruzioni dell’approvvigionamento e l’aumento dei prezzi dell’energia”, identificandole come rischi che legati all’inflazione possono mettere in pericolo la ripresa economica.
Proprio su questo punta ad agire Cingolani, garantendo “il massimo impegno nel monitorare i prezzi” e confermando “l’impegno a individuare gli strumenti più idonei”: si deve “mitigare l’impatto” e si devono “scongiurare dinamiche inflattive”. Va dritto al punto Giorgetti: “Serve una riflessione seria sul prezzo dell’energia. E’ urgente e prioritario sterilizzare questi aumenti che rischiano di mettere in ginocchio famiglie e imprese già nelle prossime settimane. Sono molto preoccupato e per questo credo che tutti dovremmo pensare di dirottare una parte delle risorse della Manovra alla riduzione delle bollette energetiche”.
Intanto un intervento sulle aliquote Iva sembra prossimo: Cingolani fa presente di essere al lavoro con il ministero dell’Economia per un intervento dedicato al metano da autotrazione; ricordando però come si tratti di una situazione complessa perché “non è solo nazionale ma riguarda l’Europa”. E per il 2 dicembre è previsto un incontro Ue sulla riforma della direttiva sui prodotti energetici nell’ambito del nuovo pacchetto clima e energia ‘Fit for 55’.
Un carico in più, rispetto allo scenario internazionale, arriva dal vicepresidente della Bce Luis de Guindos che parla chiaramente della carenza delle materie prime e dall’aumento dei prezzi dell’energia come “nuove sfide” di fronte alla ripresa e all’inflazione. E pure l’analisi dell’economista di Capital group Robert Lind mette in evidenza i pericoli che arrivano dalla spinta inflazionistica. Sostanzialmente i prezzi dell’energia erano troppo bassi sei mesi fa, e “considerato che l’energia pesa per il 9% nell’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona nei prossimi mesi questi rialzi faranno salire i tassi d’inflazione di base”. Un ragionamento diverso tocca il gas che per via di un combinato disposto: “domanda elevata e basse riserve”, cui si aggiunge la “lentezza della transizione verso le energie rinnovabili”. Un elemento, quest’ultimo, su cui l’Europa dovrebbe accelerare per raggiungere “una capacità di produzione da rinnovabili molto più elevata”.