Il governo italiano ha riconosciuto l’esistenza di casi di abusi alla caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001 in seguito al ricorso presentato da sei cittadini italiani alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Lo rende noto la corte di Strasburgo in due decisioni. Il governo ha inoltre riconosciuto “la mancanza di disposizioni regolamentari adeguate” e “si è impegnato a prevedere norme penali che puniscano l’abuso e la tortura”. Inoltre si impegna “ad attuare una formazione specifica nel campo del rispetto dei diritti umani per i membri delle forze di sicurezza”.
Il governo italiano ha offerto “la somma di 45mila euro per i danni materiali e morali e per i costi e le spese” nei confronti dei sei cittadini che hanno presentato l’istanza e che in cambio hanno rinunciato a ogni altra rivendicazione contro l’Italia. “La Corte prende atto dell’accordo raggiunto tra le parti”. A presentare ricorso sono stati Mauro Alfarano, Alessandra Battista, Marco Bistacchia, Anna De Florio, Gabriella Cinzia Grippaudo e Manuela Tangari.
“Quella che offre lo Stato è una ‘cifretta’, che hanno accettato solo le persone, tra cui due dei miei assistiti, che hanno necessità economiche e personali. Per gli altri il ricorso continua”, commenta l’avvocato Laura Tartarini, che assiste una ventina di persone tra le vittime della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto. “Sono passati 16 anni e non mi stupisco che alcuni di loro decidano di accettare l’offerta. Ma lo Stato si sta comportando in modo davvero poco consono, tanto che gli accordi in sede civile davanti ai giudici di Genova ancora non si trovano”, continua il legale, “questo risarcimento non rappresenta certo una soddisfazione morale”.