Khalil al-Hayya, vice leader di Hamas nella Striscia di Gaza, ha annunciato che è stato raggiunto un cessate il fuoco con Israele, dopo che il conflitto si è riacceso nel modo più violento dalla guerra del 2014.
Anche il Jihad islamico, secondo gruppo armato dell’enclave, ha parlato di una tregua. Tuttavia, il ministro dell’Intelligente di Israele Yisrael Katz ha smentito: “Israele non vuole che la situazione peggiori, ma chi ha iniziato la violenza deve finirla”, ha detto alla radio, negando ci sia un accordo e sottolineando che “Israele farà si che Hamas paghi per tutti i lanci contro lo Stato ebraico”.
L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver colpito nella notte 25 obiettivi militari legati ad Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta ai lanci di razzi e colpi di mortaio esplosi dall’enclave palestinese. Tra gli obiettivi, fabbriche di razzi e “infrastrutture militari”.
Martedì, nel primo giorno dell’operazione, Israele ha dichiarato di aver colpito più di 35 obiettivi militari di Hamas e del Jihad islamico. Un comunicato delle forze armate ha precisato in serata che circa 70 razzi e colpi di mortaio sono stati esplosi verso Israele nella giornata, in parte intercettati dai sistema di difesa aerea.