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In cima all’Everest senza gambe: l’impresa del cinese Xia Boyu

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Aveva perso entrambi i piedi per congelamento sull’Everest: 40 anni dopo, lunedì, a pochi mesi dalla revoca nepalese del divieto di scalata per i doppi amputati, l’alpinista cinese Xia Boyu ha coronato il suo sogno di conquistare la vetta più alta del mondo. Con l’aiuto delle protesi il 69enne è riuscito nell’impresa al quinto tentativo, conquistando la cima a 8.848 metri di altitudine. “Ha raggiunto la vetta stamattina, insieme ad altri sette membri della sua squadra”, ha annunciato lo sherpa Dawa Futi di Imagine Trek and Expedition, che ha organizzato la scalata del cinese.

Il sogno di Xia di arrivare sul tetto del mondo aveva rischiato di saltare: l’anno scorso, infatti, il governo nepalese aveva vietato le scalate sulle sue montagne per chi ha entrambi gli arti amputati e per i non vedenti. Ma la decisione è stata ribaltata a marzo scorso dalla più alta Corte del Nepal, che ha definito il provvedimento discriminatorio verso le persone con disabilità.

Il primo tentativo di Xia di scalare l’Everest risale al 1975, quando ci provò con una squadra sostenuta dal governo cinese: impresa fallita a causa di una tempesta; in mancanza d’ossigeno ed esposto a temperature polari, l’alpinista subì gravi congelamenti e perse entrambi i piedi. Nel 1996 entrambe le gambe gli furono amputate poco al di sotto delle ginocchia dopo che gli fu diagnosticato un linfoma, una forma di cancro del sangue. Tenace, il 60enne tornò ai piedi dell’Everest nel 2014, ma una valanga costata la vita a 16 sherpa portò alla cancellazione della stagione di scalate. Nessuna rassegnazione: ci riprovò l’anno dopo, nel 2015, quando però un violento sisma colpì il Nepal portando nuovamente all’annullamento della stagione; sull’Everest 22 persone persero la vita e una valanga si abbatté sul campo base. Ultimo tentativo prima di oggi, infine, nel 2016, quando però il maltempo lo costrinse a tornare indietro a soli 200 metri dalla vetta.

Scalare l’Everest è il mio sogno. Devo realizzarlo. Questa per me è una sfida personale, una sfida del destino”, aveva confidato Xia Boyu ad AFP il mese scorso a Katmandu. L’unico uomo con entrambe le gambe amputate ad avere tentato l’ascesa sull’Everest prima di lui è il neozelandese Mark Inglis, che ha compiuto l’impresa nel 2006.

Per questa stagione di scalate, che va da metà aprile alla fine di maggio, il Nepal ha emesso 346 permessi. Il meteo in questo periodo offre una piccola finestra di condizioni meno estreme rispetto al resto dell’anno e domenica i primi sono arrivati in cima. La maggior parte degli alpinisti sono scortati da una guida nepalese, il che significa che sono circa 700 le persone che proveranno a raggiungere la sommità nelle prossime settimane. Altri 180 scalatori, invece, si preparano a salire sull’Everest dal lato nord, in Tibet, secondo quanto riferisce la China Tibet Mountaineering Association. L’anno scorso 634 persone sono riuscite ad arrivare in cima e sette sono morte nel tentativo.

 

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