“Desta allarme l’ennesimo incendio che colpisce un impianto di materiali post consumo in Italia. Questa volta tocca a impianti riciclo ubicati a Pomezia. Saranno gli organi competenti a valutare la natura dell’ennesimo rogo, ma come denunciamo gia’ dall’estate 2015 questa escalation sembra una vera e propria guerra dei rifiuti. Una guerra senza fine di roghi in impianti di riciclo, compostaggio, stoccaggio, roghi diffusi in tutta Italia. Una situazione che perdura da anni che puo’ non essere assolutamente causale e che deve essere indagata senza indugio dalla commissione ecomafie”. Lo affermano i deputati e i senatori del M5s della commissione d’inchiesta dei Rifiuti.
MDP: INTERPELLANZA URGENTE. “Sto seguendo da stamattina presto con grande apprensione l’incendio del sito di stoccaggio dei rifiuti della ECOX di Pomezia, considerate le possibili conseguenze ambientali provocate dalla densa nube nera che si sta diffondendo in una vasta area a sud di Roma”. Lo dichiara Filiberto Zaratti, deputato di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, componente della Commissione Ambiente a Montecitorio e Segretario della Commissione d’inchiesta sui rifiuti. “Sulla vicenda – annuncia Zaratti – presenteremo un’interpellanza urgente al governo, per avere immediati riscontri sulla natura e la gravità dell’incendio e se siano state immediatamente attivate da parte dell’Asl e dell’Arpa Lazio tutte le procedure d’emergenza a tutela dei cittadini residenti nella zona dove si sta propagando l’imponente nuvola di fumo”.
SINISTRA ITALIANA: CHIARIRE CAUSE. “Esprimo grande preoccupazione per il vasto incendio sviluppatosi nel sito di stoccaggio dei rifiuti della Eco X di Pomezia sia dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini che da quello della sicurezza. Vanno immediatamente attivate da parte dell’Asl e dell’Arpa Lazio tutte le procedure d’emergenza a tutela dei cittadini residenti nella zona. E vanno assolutamente chiarite le cause”. Lo afferma Stefano Fassina di Sinistra Italiana e consigliere di Sinistra per Roma.