La Corte suprema dell’India ha stabilito che i rapporti sessuali dei mariti con le ‘spose bambine’, al di sotto dei 18 anni, costituiscono reato di stupro. Il tribunale ha così accolto, con una decisione che arriva nella Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, un ricorso dell’associazione Independent Thought, che aveva chiesto di cancellare un comma della legge indiana sullo stupro.
Secondo la norma, infatti, l’età del consenso per i rapporti sessuali in India per le ragazze è fissata a 18 anni. Ma una clausola prevedeva che l’età si riducesse a 15 anni all’interno di una relazione matrimoniale, nel Paese in cui lo stupro coniugale non è considerato reato.
In India è ancora diffusa la pratica dei matrimoni combinati con spose minorenni. Secondo un censimento del 2011, 5 milioni di giovani indiane erano sposate pur avendo meno di 18 anni. E anche se la pratica dei matrimoni che coinvolgono minorenni è in calo, una recente analisi della Commissione nazionale per la protezione dei diritti dei bambini ha stimato che un quarto delle donne che vivono in aree rurali e un quinto di quelle che vivono in città si sono sposate prima dei 18 anni.
“Siamo molto soddisfatti”, è stata la reazione alla sentenza di Vikram Srivastava, avvocato fondatore di Independent Thought. “Viene corretto un errore storico nei confronti delle bambine”, ha aggiunto. Tuttavia, la decisione della Corte suprema rischia di essere largamente disattesa: le ragazze avranno infatti un anno di tempo per denunciare i rapporti sessuali avuti prima del compimento dei 18 anni.
È il timore di Geeta Pandey, corrispondente della Bbc da Nuova Delhi, che dice: “Una ragazza minorenne che è già sposata, spesso peraltro con il consenso dei genitori, difficilmente avrà il coraggio di denunciare suo marito”. Tanto più in una società dove le forze dell’ordine sminuiscono spesso le violenze subite dalle donne, facendo pressioni perché non denuncino. In realtà il matrimonio tra minori è vietato in India dal 2006, quando fu approvato il Prohibition of Child Marriage Act. Ma la legge dice che un matrimonio che coinvolga una ‘sposa bambina’ è “annullabile” e non è “invalido” per principio. Ciò rende la normativa piuttosto ambigua.
Dopo la decisione della Corte suprema, si è espresso anche il governo indiano. L’esecutivo ha espresso soddisfazione dichiarando che la pratica dei matrimoni con ‘spose bambine’ è “un ostacolo a quasi ogni obiettivo di sviluppo: sradicare povertà e fame, dare a tutti un’educazione primaria, promuovere la parità di genere, proteggere i bambini e migliorare la salute delle donne”. Tuttavia, lo stesso governo indiano ha in precedenza escluso di dichiarare reato lo stupro coniugale, affermando che farlo potrebbe “destabilizzare l’istituzione del matrimonio” ed esporre i mariti al rischio di “molestie”.