Alla famiglia di Mahsa Amini, la giovane iraniana morta a settembre del 2022 in custodia della polizia morale che l’aveva arrestata per avere indossato male il velo, è stato impedito di lasciare l’Iran per recarsi in Francia a ritirare il Sakharov, premio Ue per i diritti umani che a ottobre del 2023 è stato assegnato postumo alla ragazza diventata simbolo delle proteste. Lo riportano le testate iraniane Iran Wire e Iran International. Secondo quanto riferisce Iran Wire, “madre, padre e fratello di Mahsa Amini si stavano recando in Francia per ricevere il premio Sakharov del Parlamento europeo, ma sono stati tolti loro i passaporti ed è stato detto loro che era vietato lasciare il Paese”. Iran International, citando informazioni proprie, riporta la stessa notizia, precisando che i passaporti sono stati confiscati ai familiari di Amini all’aeroporto Khomeini di Teheran.
La cerimonia di consegna del Sakharov è in programma per il 12 dicembre a Strasburgo, alla presenza della presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, intitolato alla memoria e in onore del fisico e dissidente politico sovietico Andrei Sacharov, viene assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 per onorare le persone e le organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali.