La quota vincente
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ISL: London Roar vincono in Texas, sentenza Iron nelle skin race

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 Iron spadroneggia nelle skin race, ma la costanza dei London Roar alla fine fa la differenza e vale il primato nella prima tappa del Gruppo B di International Swimming a Lewisville. Il team europeo (484,5 punti) conserva il primo posto nel day2 aumentando il margine (da 19 a oltre 27,5 lunghezze) sugli LA Current (457), che vincono la battaglia sugli spalti – il pubblico texano si è scaldato sempre di più, vasca dopo vasca – ma si arrendono al cospetto di un avversario che non ha avuto quasi mai passaggi a vuoto, evento dopo evento. Difficile pensare oltretutto che tra una settimana le cose possano cambiare, considerando che a Budapest, prossima fermata dell’Isl, la squadra anglo-australiana potrà contare anche sulla classe di Adam Peaty.

I London Roar hanno messo le cose in chiaro fin da subito, centrando la doppietta nei 100 stile con Cate Campbell e Kyle Chalmers e nei 400 con Holly Hibbott ed Elijah Winnington. Nel mezzo è arrivato il primo e unico squillo dei NY Breakers, quarti alla fine con 278,5 punti, firmato da Breeja Larson nei 50 delfino. Nel dorso sui 100 Ryan Murphy è stato bruciato ancora una volta da Guido Guilherme, mentre ha fatto percorso netto invece Minna Atherton, che dopo i 200 e 50 conquistatati sabato ha dominato anche i 100, mettendo fieno in cascina importante per la squadra che ha base in Inghilterra, che ha fatto razzia anche nelle staffette (vinte 4 su 5).

La coda del meeting però ha sorriso decisamente al team Iron, capace di piazzarsi davanti ai rivali in sei degli ultimi dieci eventi, comprese soprattutto le due skin race, le gare a eliminazione sui 50 stile libero, momento in cui la temperatura nella piscina del LISD Westside Aquatic Center è salita vertiginosamente. Ranomi Kromowidjojo ha rubato la scena alla lady di ferro Katinka Hosszu, comunque imbattibile nei ‘suoi’ 200 misti e nei 200 delfino, aggiudicandosi la skin race femminile (24″46) davanti all’australiana Emma McKeon (24″79, London Roar), buttata nella mischia proprio all’ultimo. “Sono ancora stanca e dolorante, ma è stato davvero divertente – ha ammesso l’olandese al termine della gara – Dopo il primo round mi sono detta ‘beh è stato facile’. Invece dopo il secondo 50 ho pensato ‘non sederti o non ti rialzerai mai più”. La squadra di matrice ungherese ha fatto festa poco dopo anche al maschile: Vladimir Morozov non ha deluso le aspettative e ha conquistato la vittoria e il titolo di MVP della tappa di Lewisville, con 43,5 punti, davanti alla convincente Emma McKeon, che si è fermata a 42. Dopo aver rischiato l’eliminazione al primo taglio, il russo non si è voltato più indietro domando in finale l’idolo di casa Nathan Adrian (LA Current), tifatissimo dal pubblico texano. “Mi sono preso un rischio nel primo 50 – ha ammesso – Ma ero un po’ più riposato nel secondo round, quindi ha pagato. E’ stata dura, c’erano un sacco di stelle al via”. Morozov non vuole però accontentarsi di una soddisfazione personale e lancia il guanto di sfida. “Speriamo di ribaltare la situazione nei prossimi due meeting – ha aggiunto il leader degli Iron, che hanno chiuso terzi, seppur in crescita, con 402 punti finali – Vogliamo andare alla finale di Las Vegas”. Di certo a Budapest a soffiare forte dietro le ambizioni degli Iron ci sarà anche un pubblico ungherese che si preannuncia caldissimo.

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