Martin Luther King, se fosse vivo, non sarebbe affatto “orgoglioso di” Donald Trump, ma sarebbe al contrario “estremamente turbato” dalla situazione attuale. Così Bernice King, figlia dell’icona dei diritti civili assassinata nell’aprile del 1968 a Memphis, ha contestato le dichiarazioni dell’ex stratega del presidente americano, Steve Bannon, accusato di aver “pericolosamente ed erroneamente cooptato il nome del padre”.
Bannon, in un programma di Bbc, ha detto: “Guardando alle politiche di Trump, chiunque – Martin Luther King – sarebbe orgoglioso di lui, di ciò che ha fatto sul lavoro per la comunità nera e ispanica”. L’intervistatore Emily Maitlis gli ha allora domandato: “Pensa che Martin Luther King sarebbe fiero di Trump?”. Bannon ha risposto: “Non pensa che Martin Luther King si siederebbe qui e direbbe: Sì, state dando lavoro a uomini e donne neri?”.
Tuttavia, la figlia del leader afroamericano non è d’accordo e ha twittato: “Steve Bannon ha pericolosamente ed erroneamente cooptato il nome di mio padre, il suo lavoro e le sue parole. L’affermazione di Bannon secondo cui mio padre sarebbe orgoglioso di Donald Trump ignora l’impegno di papà per le persone di tutte le razze, nazionalità etc. perché fossero trattate con dignità e rispetto”.
“Mio padre – ha proseguito Bernice King – sarebbe estremamente turbato dal clima creato dai leader, che hanno incoraggiato le persone a esprimere e dimostrare facilmente crudeltà, specialmente verso le persone di colore e gli immigrati”. Secondo la donna, MLK era “un attivista per i diritti umani” di tutti, con “preoccupazioni non settoriali, ma globali”. E il padre, ha aggiunto, non avrebbe mai usato termini “degradanti” come “stranieri illegali”, né avrebbe “mai messo un gruppo contro un altro, nella lotta per la giustizia, come Bannon tenta di fare usandolo”.