Sfiora il mezzo milione di euro il ‘buco’ nei rimborsi del M5S. Lo staff dei Cinquestelle sta facendo le dovute verifiche e per ora è certo che l’ammanco è “più grande” di quanto finora emerso anche sulla stampa. Senz’altro la cifra supera i 300mila euro e potrebbe raggiungere il mezzo milione. Con chi non ha restituito i rimborsi i vertici Cinquestelle promettono la linea dura, “come con Cecconi e Martelli”.
“Non conosco i nomi ma le mele marce sono fuori dal M5S“, ha assicurato il candidato premier Cinquestelle Luigi Di Maio. “Abbiamo chiesto gli accessi al Mef per verificare lo stato dei versamenti dei singoli parlamentari e di altri portavoce”, ha aggiunto arrivando alla palestra Maddaloni di Scampia dove lo attende quasi un centinaio di persone. Fuori, la protesta di una ventina di disoccupati organizzati dai centri sociali, che grida: “Pagherete caro, pagherete tutti”e “A Scampia decidiamo noi”. I simpatizzanti rispondono scandendo in coro: “Presidente”, cercando di coprire le proteste.
Duro il commento del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: “Se uno prende un impegno così importante e anche positivo”, come quello di contribuire con parte degli stipendi dei parlamentari ad un fondo del microcredito, “poi deve essere capace di gestire almeno questo, perché altrimenti non si sa come si fa a candidarsi per gestire il Paese”.
Secondo quanto riporta, su Twitter e Youtube, il blogger di Supernovacinquestelle Marco Canestrari anche il deputato Danilo Toninelli e il senatore Mario Giarrusso sarebbero coinvolti nella vicenda. Canestrari evidenzia delle irregolarità nelle rendicontazioni dei bonifici, che riguardano date e importi. Il blogger pubblica un messaggio di Giarrusso in cui il parlamentare dichiara di aver già incaricato i suoi legali di verificare i post di Canestrari. E riguardo a Toninelli avverte: “Ci sono altre rendicontazioni che non tornano: bonifici che hanno cifre molto sospette. C’è molto ancora da controllare ‘al centesimo’ come ha detto Toninelli. Proprio lui”.
Il blogger tira in ballo, poi, in un video, altri nomi. “Ci sono alcuni parlamentari di peso come Vito Crimi, Michele Giarrusso, Danilo Toninelli e Carlo Sibilia – spiega -che per alcuni mesi di fila, tra i quattro e i cinque mesi di fila, dichiarano di restituire la stessa identica cifra. È virtualmente impossibile perché l’ammontare del bonifico restituzione dovrebbe essere la metà dello stipendio decurtato e l’avanzo rispetto alle spese effettuate. Al centesimo per 4-5 mesi di fila hanno speso la stessa cifra? – si domanda Canestrari – È virtualmente molto difficile, andrebbe spiegata questa cosa. E c’è un modo molto semplice per spiegarla, pubblicare tutti gli scontrini delle vostre spese. I parlamentari onesti che hanno rendicontato senza barare le loro spese non hanno nulla da temere anzi hanno tutto da perdere ad essere accomunati a chi ha utilizzato trucchetti”.
Giarrusso, interpellato da LaPresse, si è difeso: “Chi falsifica i rimborsi va preso a calci nel sedere. I miei rimborsi sono precisi e regolari. C’è stata una svista del funzionario della banca che ha cambiato giorno, mese, ma non l’anno. Il rimborso si riferisce al 20 gennaio 2015. Ho già chiamato la banca e mi ha detto che il rimborso c’è e si riferisce a quella data”. E aggiunge: “È una minchiata anche quella dei rimborsi identici, miei e di altri parlamentari 5 stelle. Noi abbiamo un rimborso minimo sotto cui non si può scendere: se ci sono delle eccedenze si scala dal mese successivo. Ho dato mandato ai miei legali di querelare chiunque diffonda false notizie sul mio conto”.