Durerà solo un paio d’ore il vertice a Milano tra il presidente ungherese Viktor Orban e il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Per Budapest, però, è il segnale che l’alleanza con l’Italia è sempre più stretta. Il vertice, sollecitato “già diverse settimane fa” dallo stesso Orban e organizzato in prefettura, ha al centro la questione migranti. L’incontro è stato preceduto da tensioni tra le diplomazie di Italia e Ungheria. Budapest ha respinto la richiesta di accogliere una parte dei migranti arrivati a bordo della nave Diciotti. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha sottolineato le “dissonanze” con il governo magiaro, mentre il suo omologo ungherese Peter Szijjarto ha assicurato che “nella politica d’immigrazione dell’Ungheria e dell’Italia ci sono punti di convergenza”.
Tra i punti che i due leader prenderanno in esame anche le elezioni europee del 2019 e l’ipotesi di dare vita a delle liste comuni dei partiti sovranisti per vincere a Bruxelles. Nel frattempo a Roma il premier Giuseppe Conte accoglierà a Palazzo Chigi il collega ceco Andrej Babis, altro ‘falco’ del ‘gruppo Visegrad’.
La tappa milanese di Orban è solo la prima di un tour serratissimo che lo vedrà impegnato nelle prossime settimane. Orban, infatti, ha in programma di incontrare il presidente russo Vladimir Putin il 18 settembre a Mosca e nelle prossime settimane vedrà anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. La data, però, non è stata ancora ufficializzata. Tra gli impegni di settembre, poi, nell’agenda di Orban compare anche il Consiglio europeo di Salisburgo il 19-20 settembre.
Il feeling tra il vicepremier Salvini e il primo ministro ungherese, capofila dell’ala antieuropeista più dura, però, preoccupa il Movimento Cinquestelle, che ha tenuto a sottolineare come quello di oggi vada letto come un “appuntamento politico e non istituzionale o di governo“. Per il vicepremier e ministro del lavoro Luigi Di Maio “l’Unghieria di Orban alza muri di filo spinato e rifiuta i ricollocamenti. Per quello che mi riguarda – ha chiarito in un’intervista – chi non aderisce ai ricollocamenti non ha diritto ai finanziamenti europei”.
Posizioni lontanissime da quelle di Salvini, che con il leader ungherese vede una “condivisione di intenti” nel voler “proteggere le frontiere esterne e di avere un’immigrazione illegale pari a zero”. E del numero due della Lega Giancarlo Giorgetti per cui siamo “amici di chi e’ coerente, come Orban che dice ‘non voglio che entrino illegali nel Paese’ e non li prende neanche nella redistribuzione”.
Il vertice tra Orban e Salvini non piace nemmeno al centrosinistra, che è pronto a manifestare in difesa dei “valori europei”. In piazza San Babila, a poche centinaia di metri dalla Prefettura, si sono dati appuntamento Pd, Leu, Possibile, Cgil, diverse associazioni, Ong e centri sociali. L’obiettivo comune è quello di “difendere i valori democratici e il futuro delle prossime generazioni dalla minaccia populista – scrive la deputata di LeU e ex presidente della Camera Laura Boldrini – che vuole riportare indietro l’Italia, distruggere l’Europa e cancellare quei diritti che hanno reso il nostro continente un faro di civilta’.No Pasaran”.
Scettica anche Forza Italia. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che a Bruxelles siede nei banchi del Partito popolare europeo come Orban e i membri del suo movimento ‘Fidesz’, spera che Salvini riesca a convincere il leader magiaro a dire sì a una revisione del regolamento di Dublino. Passaggio fondamentale per ottenere una ripartizione più equa dei migranti nei Paesi dell’Unione.