È morto a 82 anni il giornalista Piero Ostellino. Ne dà notizia il Corriere della Sera, quotidiano che Ostellino guidò dal 1984 al 1987. Convinto liberale e garantista, aveva fondato il Centro Einaudi di Torino ed era stato corrispondente da Mosca e da Pechino. Contrastò sempre lo statalismo dirigista, come si legge sul sito del Corsera. “Addio a Piero Ostellino, amico e direttore, liberale autentico, leggendario corrispondente da Mosca e Pechino, la politica come scienza pura e passione personale”, scrive su twitter Ferruccio De Bortoli, ex direttore del ‘Corriere della Sera’. Era “un grande liberale e soprattutto un uomo libero”, dice di lui Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’ e senatore del centrodestra. Ostellino “riusciva in ogni suo intervento a caratterizzarsi allo stesso tempo per l’originalità e per la coerenza di fondo, e quando una persona assomma su di sé queste sue qualità si iscrive indubbiamente fra i grandi del giornalismo. Ci mancherà, tanto”.
Nato a Venezia il 9 ottobre 1935, Ostellino si era laureato in Scienze politiche all’Università di Torino. Nella città piemontese, nel 1963 fondò il Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi e, nel 1964, la rivista Biblioteca della Libertà che diresse fino al 1970. Dal 1990 al 1995 diresse anche l’Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano e fu membro del comitato scientifico dell’Università della Carolina del Nord.
Autore di numerosi saggi di carattere storico e politico, fu prima di tutto giornalista, raccontando la politica italiana e mondiale senza lesinare critiche. Dal 1967 al gennaio 2015 ha scritto sul Corriere della Sera, quotidiano nel quale ha ricoperto diversi incarichi: è stato corrispondente da Mosca dal 1973 al 1978 e da Pechino nel 1979 e 1980; inviato speciale, nonché direttore responsabile dal 1984 al 1987. Sotto la sua direzione, comparve sulla prima pagina del Corriere il famoso articolo di Leonardo Sciascia sui “professionisti dell’antimafia”.
È stato editorialista e titolare della rubrica settimanale ‘Il dubbio’. Dal febbraio 2015 aveva lasciato il Corsera passando al Giornale.
Da sempre dalla parte dei cittadini spesso schiacciati da tasse eccessive e un sistema giudiziario farraginoso, nel 2009 pubblicò con Rizzoli un libro di denuncia dall’eloquente titolo ‘Lo Stato canaglia’.