“Dopo l’estate saranno aboliti gli ingressi gratis ai musei le prime domeniche del mese“. Ad annunciarlo il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, parlando alla Biblioteca nazionale a Napoli. “Lascerò maggiore libertà ai direttori: se un direttore vuole mettere una domenica gratuita non c’è niente di male, è l’obbligo che non funziona“. “Faccio un esempio, ci sono alcuni siti, a novembre chi va a Pompei? Magari a novembre va bene, apriamo gratis anche tutte le domenica. Ma quando sono costretto ad aprire gratis la prima domenica di agosto – spiega il ministro – con migliaia di stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi a farli entrare gratis. Non avete idea dei commenti che sento a livello internazionale. Non capiscono questa strategia e non l’apprezzano. Rischiamo di svalutare”.
Una decisione che, ovviamente, non piace al suo predecessore Dario Franceschini. “In questi mesi ho scelto di non parlare del ministero che ho guidato per 4 anni e di non commentare le scelte e i programmi del mio successore. Mi è sembrato giusto per correttezza nei confronti di chi inizia una esperienza”, la premessa dell’ex ministro su Facebook. “Ma questa volta non posso tacere perché le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me, ma un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da sud a nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile e pieno di cose da sacrificare”, continua Franceschini.
“Le prime domeniche del mese hanno trainato l’aumento dei visitatori a pagamento, hanno avvicinato i cittadini ai musei delle loro città, hanno convinto comuni e privati a uniformarsi all’iniziativa coi loro musei. Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani”, sottolinea Franceschini, poi, parlando con i cronisti alla Camera, ribadisce: “Quella dei musei gratis la domenica era diventata un “festa di popolo che ha fatto aumentare anche gli ingressi a pagamento, oltre a essere un fatto educativo e pedagogico. Eliminare questa abitudine, buona, per una discontinuità politica è molto grave”.
Il governo, insiste, “lasci stare ciò che funziona“. Inoltre, per l’ex ministro, l’idea di affidare ai direttori dei musei la scelta di una giornata aperta al pubblico “creerebbe un grosso disagio e non avrebbe lo stesso impatto”.