A carico di Bujar Fandaj, il 41enne kosovaro fermato martedì sera come il presunto killer di Vanessa Ballan, e portato in carcere a Treviso, “ci sono elementi per valutare la premeditazione e la pericolosità” come annunciato dal procuratore di Treviso Marco Martani che indaga sull’omicidio della 27enne uccisa a coltellate nella sua casa di Spineda, a Riese Pio X (Treviso).
Nel giorno del delitto l’uomo ha anche tentato un depistaggio lasciando alcune tracce sui suoi profili social. Prima un messaggio audio postato sul suo profilo TikTok, poche ore prima dell’omicidio. Poi una foto sul suo account Instagram con un cartello autostradale che dà indicazioni per Lubiana, come se fosse in viaggio verso la Slovenia, a circa 100 chilometri da Spineda. Un’immagine interpretata dagli inquirenti come un modo per crearsi un alibi, mentre la foto sarebbe stata scattata diverso tempo prima. Fandaj non si sarebbe mai allontanato troppo dal territorio trevigiano ed è stato fermato dai carabinieri a poca distanza dalla sua abitazione ad Altivole (Treviso).
Chi è Bujar Fandaj
Dopo l’arresto l’uomo non ha rilasciato dichiarazioni e ha rifiutato l’interrogatorio con il procuratore. Il cittadino kosovaro è un artigiano titolare dell’impresa individuale 7Color di Altivole che opera nel settore della tinteggiatura e della posa di vetri. Il 41enne viveva nel trevigiano da anni e nei mesi passati aveva avuto una relazione con Vanessa Ballan che avrebbe conosciuto al supermercato dove la 27enne lavorava. Ma la scorsa estate il loro rapporto è finito, quando la ragazza ha deciso di tornare con il marito con cui ha avuto un figlio di 4 anni e aveva anche annunciato alle amiche di essere nuovamente incinta.
Fandaj non ha accettato la fine della relazione con Vanessa, più volte si è presentato al supermercato per vederla e avrebbe anche iniziato a minacciarla. Lo scorso 25 ottobre la ragazza, accompagnata dal marito Nicola, ha sporto denuncia per stalking contro Fandaj. I giorni successivi i carabinieri avevano perquisito la casa del 41enne e sequestrandogli tre telefoni. Il procuratore di Treviso, dopo la querela e la perquisizione, ha sottolineato come “da parte di Fandaj non c’erano più stati episodi di molestie, di avvicinamenti o minacce”. “La valutazione fatta – ha concluso Martani – era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata”.