Sommerso dall’affetto e dagli auguri del mondo intero, Papa Francesco ‘festeggia’ il suo compleanno lavorando. Un’udienza con gli ambasciatori di Moldova, Kyrgyzstan, Namibia, Lesotho, Lussemburgo, Ciad e Guinea Bissau, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. E poi incontra e abbraccia il primo gruppo di una decina di rifugiati arrivati in Italia ieri grazie a un accordo tra la Santa Sede, le Autorità italiane e quelle cipriote.
Il gruppo, che sarà di 50 persone in tutto, sarà sostenuto direttamente dal Papa, mentre la Comunità di Sant’Egidio si occuperà del loro inserimento in un programma di integrazione della durata di un anno. Li accoglie nella sala del tronetto e ascolta le loro storie, e quelle del loro viaggio dal Congo Brazzaville, dalla Repubblica Democratica del Congo, dal Camerun, dalla Somalia e dalla Siria. Alcuni di loro sono medici e tecnici informatici.
“Ci hai salvato!” dice, commosso, un ragazzo congolese. Il Papa rivolge loro individualmente alcune parole di benvenuto e di affetto, e li ringrazia della visita. Riceve in dono un quadro dipinto da un rifugiato afgano, raffigurante il tentativo di attraversare il Mediterraneo da parte di alcuni migranti. Papa Francesco si informa poi su una bambina incontrata nel campo di Mavrouni, a Lesbo, che verrà in Italia nei prossimi giorni insieme alla famiglia per curarsi.
Il nuovo appello per un equo accesso ai vaccini
Nuovo appello per un accesso equo ai vaccini durante il discorso agli ambasciatori: “Quando ho incontrato i vostri colleghi, poco più di un anno fa, per la stessa cerimonia, il mondo era ancora nella morsa della pandemia, ma segni di speranza stavano emergendo all’orizzonte mentre venivano somministrati i primi vaccini. All’epoca, molti credevano che il loro arrivo annunciasse una rapida fine della pandemia. Mentre da allora sono stati fatti grandi progressi, un anno dopo vediamo come il COVID-19 stia ancora causando dolore e sofferenza, per non parlare della perdita di vite umane. È importante – insiste – che la comunità internazionale intensifichi gli sforzi di cooperazione affinché tutte le persone abbiano un accesso rapido ai vaccini. Non è una questione di convenienza o di cortesia, ma di giustizia”.
Gli auguri di Vladimir Putin
Tra gli auguri, arrivano anche quelli di Vladimir Putin, che elogia il “contributo inestimabile” del Pontefice allo sviluppo delle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana e al rafforzamento dei legami tra la Russia e il Vaticano. “Sono fiducioso – afferma – che lavorando insieme potremo fare molto per proteggere i diritti e gli interessi dei cristiani e per mantenere il dialogo interreligioso”.