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Pd, Orlando: “Calenda? Singolare dividersi, non vedo praterie al centro”

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“Fa bene Zingaretti ad evitare scissioni. Il suo è un lavoro che non è dispersione di energie ma che darà i suoi frutti. Se si semina unità si raccoglie forza”. Andrea Orlando plaude alla ritrovata pace all’interno del Pd. Il confronto andato in scena nella direzione dem, dice intervistato nel corso di PoliticaPresse, il forum di LaPresse.

Il Pd è di nuovo preda delle correnti? Le correnti c’erano anche con Renzi anche se coperte dalla sua personalità dirompente. Oggi si ricostruiscono quei passaggi come un conflitto ma ci fu anche cooperazione. Credo che oggi le correnti, che sono qualcosa di diverso dal correntismo, ma sono modalità per far convivere il dibattito, debbano essere ripensate. Proporrò a chi aderirà a Dems di portare terreno più su una dimensione culturale superando quella organizzativa. Credo sia utile tutto ciò che permette un dibattito fluido ed eviti sclerotizzazione.

Carlo Calenda aiuta il dibattito? Nell’ottica di intercettare quella che viene definita la ‘prateria’ al centro, avrebbe senso un suo partito? Una margherita 2.0 o, se vogliamo, un ‘giglio magico’ 2.0? Non vedo praterie al centro. Dicevano che c’era a sinistra del Pd ma i risultati di Leu dimostrano il contrario. Se ci fosse al centro qualcuno si sarebbe lanciato a brucarla. Non credo ce la caviamo con un escamotage, dobbiamo guardare alle ragioni profonde del voto.

Nessun nuovo partito, quindi? Sarebbe singolare se quando si deve costruire un fronte unitario anziché allargare ci dividessimo, così si complica la strada e non si semplifica. Dobbiamo piuttosto allargarci in tutte le direzioni, questo è il punto. Dobbiamo tenere le porte aperte, a livello di interlocuzione, a 360 gradi.

Ieri Zingaretti ha chiesto al partito di tenersi pronto ad un eventuale crisi di Governo. Se l’esecutivo cadesse per il Pd c’è solo il voto? Nessuno auspica il voto in una situazione così difficile ma mi sembra l’unico esito possibile, non credo si possa pensare ad alleanze diverse in caso di crisi del governo. Noi in ogni caso non saremmo disponibile a dare un paracadute a qualcuno che ha deciso di sfracellarsi. Dobbiamo costruire un’alternativa ed è quello che stiamo facendo. Ogni giorno potrebbe essere buono per l’incidente di percorso.

Intanto le pagine dei giornali sono piene dello scandalo che riguarda il Csm. L’autosospensione di Lotti ha scosso molto il Pd… Io sono d’accordo con Zingaretti. Emergono tre ordini di problemi. Il primo riguarda la liceità delle condotte e su questo è la magistratura che deve fare luce. Il secondo riguarda l’opportunità dei comportamenti e questo non sulla base spezzoni di intercettazioni. Una discussione su dove deve spingersi la politica e dove no va fatta e io credo che la politica non debba entrare dentro le dinamiche del Csm.

Adesso in tanti parlano di riforma. Cosa bisogna fare? C’è un sistema malato, che non è stato evidentemente inaugurato nelle ultime settimane. Il quadro è inquietante, ma la magistratura saprà reagire. Ci sono degli ambiti di discrezionalità eccessiva da parte di alcuni uffici. Bisogna lavorare per una nuova legge elettorale. E’ decisivo il superamento delle nomine a pacchetto.

Sì al sorteggio per eleggere i membri Csm? No, penso che sia la rinuncia al metodo democratico. Si apre la strada al sorteggio per i membri del Csm e poi si finisce col farla anche con il Parlamento. Scegliere è l’essenza delle democrazia, se si rinuncia e ci si affida al caso è una sconfitta per la democrazia.

Il ministro Bonafede pensa a una sorta di pagelle per i magistrati. Pensa sia una strada corretta? Sì, parte della strada. Non solo le doti organizzative devono essere valutate, ma è l’unico parametro oggettivo che non può essere messo in discussione.

Stop alle cosiddette ‘porte girevoli’. Il magistrato che va a fare politica non torna in magistratura? Io penso che non ci siano contraddizioni se c’è una fase di raffreddamento che andrebbe meglio disciplinata. Con la giusta disciplina si possono evitare muri. La politicizzazione della magistratura può avvenire in modi diversi. Mi sembra un diversivo.

Le intercettazioni vanno limitate? Su questo M5S e Lega sono distanti Io avevo lasciato un decreto che stava entrando in vigore che poi è stato bloccato dall’attuale Governo. Facilitava le intercettazioni, ma diceva al giudice di togliere quelle che non hanno riolevanza penale. C’è chi parla di interesse pubblico, ma non è quello che dice la Costituzione, che le dispone per accertare reati.

In questo quadro il Pd rischia di sembrare più interessato alle procure che alle fabbriche… Io sabato ero al corteo dei metalmeccanici a napoli, dove c’erano anche gli operai Whirlpool perché penso che quello era il mio posto e il posto del mio partito.

Intanto Salvini cambia idea sul ‘posto’ dell’Italia. Prima con Putin, adesso con Trump… Questo cambiamento repentino dimostra la scarsa solidità della sua posizione. Il nostro Paese dovrebbe recuperare una linea di politica internazionale che ora non ha, tra una non posizione su Maduro, la subalternità alla Cina e una visita alla Casa Bianca. Dovremmo prima essere europei e poi relazionarci con le potenze mondiali perchè Trump e Putin sono competitor dell’Europa. Questo governo ci ha isolato il nostro unico alleato si chiama Orban, i pugni sul tavolo fanno rumore se hai un sistema di alleanze. Io dico, restiamo nell’Ue per cambiare le regole e respingere ogni tentativo di distruzione.

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