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Poste, il futuro passa da automazione e pagamenti via smartphone

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“Un’azienda che in maniera sempre più moderna risolva problemi e dia servizi a tutti gli italiani che vediamo ogni giorno”. E’ questa l’immagine delle “Poste del futuro” evocata da Matteo Del Fante nel corso della presentazione del piano industriale Deliver 2022, che destina il 61% dei 2,8 miliardi di euro di investimenti previsti alle tecnologie informatiche e il 16% all’automazione (il restante 23% andrà all’immobiliare).

Posto che i cittadini ai quali l’amministratore delegato fa riferimento sono ormai quasi per la metà dei visitatori virtuali, visto che gli utenti dei tool digitali del gruppo sono 1,3 milioni ogni giorno a fronte di 1,5 milioni di persone che si recano fisicamente negli uffici postali, il top management della società ha fornito oggi le sue indicazioni rispetto a quali saranno i passaggi cardine nei prossimi cinque anni di questo processo di modernizzazione. A partire dal segmento Corrispondenza, Pacchi e distribuzione, chiamato a massimizzare il valore della propria rete capillare, integrandola e agganciando il traino dell’e-commerce. I pacchi consegnati in Italia in seguito a ordini effettuati online sono infatti due per cittadino all’anno, contro medie europee tra gli otto e i dieci, ha sottolineato il manager, prefigurando un “aumento significativo dell’ammontare delle consegne”.

Per il cfo Roberto Giacchi, ad avere un ruolo chiave in questo ambito sarà l’introduzione di “automazione” a livello di smistamento, di attività degli hub logistici e di routing. Ma anche per quanto riguarda le modalità di recapito, con i palmari di cui dispongono i portalettere che saranno sostituiti da nuovi smartphone dotati di app pensate per agevolare l’attività e migliorare le informazioni a disposizione dell’azienda. “Potremo sapere in un civico quando c’è presenza a casa della persona, in modo da aumentare le consegne dirette”, ha citato Giacchi ad esempio. Sempre in tema di consegne, Del Fante ha poi preannunciato un’ulteriore evoluzione non di matrice tecnologica, ma sociale. “Consegnare di domenica diventerà una regola e un’esigenza operativa” per evitare di sbilanciare il servizio sul lunedì, ha pronosticato, segnalando come il grosso degli ordini arrivino tra venerdì sera e sabato, con tempi di consegna sempre più compressi. Il manager si è quindi dichiarato tranquillo rispetto alla concorrenza di Amazon, spiegando che l’azienda statunitense “è molto aggressiva nello sviluppo della sua rete, ma fin qui abbiamo avuto un ottimo rapporto improntato sulla trasparenza nei settori in cui si può lavorare insieme”.

L’altro fronte su cui Poste si giocherà la partita dell’innovazione è quello dei pagamenti, dove carte e sistemi digitali spingono per togliere spazio all’uso imperante del contante. Con Postepay e BancoPosta sui primi due gradini del podio nella classifica italiana delle app finanziarie più scaricate, e con il 25% di tutte le transazioni di e-commerce che passa dalle sue carte, il gruppo parte anche in questo caso da una posizione di forza. Che potrebbe essere scaricata a terra con ancora più efficacia grazie a un altro asset di cui dispone. “Con circa 4 milioni clienti con carte sim di Poste, siamo primo operatore mobile virtuale, con quota di mercato del 4% sul totale mobile italiano che non è rilevante, ma ci offre l’opportunità per provare integrazione dei due spazi”, ha illustrato Del Fante, osservando che “soprattutto nei mercati più giovani dal punto di vista tecnologico i pagamenti si muovono sempre più su device e sempre meno su plastica”. Un obiettivo, ha quindi concluso, sarà quello di arrivare a proporre ai clienti un “borsellino elettronico” utilizzabile via smartphone.

 

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