Gli italiani dovrebbero votare no al referendum del 4 dicembre. E’ questa la posizione dell’Economist, spiegata in un lungo editoriale. Secondo il prestigioso settimanale britannico la riforma voluta dal premier Matteo Renzi “non riesce ad affrontare il principale problema dell’Italia: la mancanza di volontà a riformare”. Inoltre “c’è il rischio, nel tentativo di porre fine all’instabilità che ha portato 65 governi in Italia dal 1945, di creare la figura dell’uomo eletto forte. E questo nel Paese che ha prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi ed è vulnerabile in maniera preoccupante rispetto al populismo”. Infatti, secondo il giornale britannico, “il rischio della riforma di Renzi è che in realtà favorisca Beppe Grillo, che vorrebbe lasciare l’Euro con un referendum”.
“Renzi ha sprecato quasi due anni a modificare la Costituzione. Prima l’Italia tornerà ad occuparsi delle riforme vere meglio sarà per tutta l’Europa. Renzi farebbe meglio discutere delle riforme più strutturali, dalla giustizia all’istruzione”, si legge nel lungo editoriale. Secondo l’Economist le dimissioni di Renzi con la vittoria del ‘no’ “potrebbero non essere la catastrofe che tanti temono. L’Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnico, come ha fatto tante volte in passato”. Poi rilancia: “Se la sconfitta ad un referendum dovesse innescare il crollo dell’euro, allora vorrebbe dire che la moneta unica era tanto fragile che la sua distruzione era solo una questione di tempo”.