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Referendum, la Riforma della Costituzione in pillole: Cosa cambia

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Parte il conto alla rovescia per le Riforme costituzionali che dovranno superare il voto del popolo italiano. Due anni e sei letture tra Camera e Senato: il testo, che modifica 40 articoli della Costituzione, è stato presentato infatti l’8 aprile 2014 in commissione Affari costituzionali del Senato.

Ecco come il governo di Matteo Renzi ha ridisegnato la Carta costituzionale: CAMERA E SENATO. La Camera dei deputati sarà l’unica a votare la fiducia al governo, con i suoi 630 deputati eletti a suffragio universale. A Palazzo Madama resta il Senato della Repubblica, ma che sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli regionali (21 sindaci e 74 consiglieri-senatori), più 5 nominati dal presidente della Repubblica. Sull’elezione l’elezione dei futuri senatori porta la novità introdotta su richiesta della minoranza Pd. Saranno i cittadini, al momento di eleggere i Consigli regionali a indicare quali consiglieri saranno anche senatori. I Consigli, una volta insediati, saranno tenuti a ratificare la scelta. I senatori saranno ripartiti tra le Regioni in base al loro peso demografico: i consigli regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti, con un sindaco per Regione. I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati eletti direttamente dal popolo.

QUIRINALE E CONSULTA. Il presidente della Repubblica sarà eletto dai 630 deputati e i 100 senatori. Per i primi tre scrutini occorreranno i 2/3 dei componenti, dal quarto invece si scende a 3/5. Dalla settima ai tre quinti dei votanti. I giudici della Corte costituzionali saranno eletti 3 dalla Camera e 2 dal Senato.

ABOLITO IL CNEL. Nella nuova Carta costituzionale non figurerà più il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Con l’abolizione del Cnel il ministero del Tesoro risparmia circa 20 milioni di euro.

CANCELLATE LE PROVINCE. Scompare dalla Costituzione la parola Province, dopo la legge Delrio che aveva stabilito che non si dovevano più tenere le elezioni popolari provinciali.

NUOVO REFERENDUM. Nel disegno di legge di riforma costituzionale viene introdotto un quorum più basso sui quali sono state raccolte 800.000 firme anziché 500.000. La validità si baserà sulla metà degli elettori delle ultime elezioni politiche, invece della meta’ degli iscritti alle liste elettorali. Vengono introdotti con la riforma; una legge ordinaria ne stabilirà le modalità di attuazione.

FEDERALISMO. Cambiano anche le norme sul federalismo, con le materie di energia, infrastrutture strategiche e protezione civile che torneranno come competenze dello Stato. Inoltre, su proposta del Governo, la Camera potrà approvare leggi anche nei campi di competenza delle Regioni se di “interesse nazionale”.

DDL DI INIZIATIVA POPOLARE. Salgono da 50.000 a 150.000 le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare. Però i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame, clausola che oggi non esiste.

LEGGE ELETTORALE. Introdotto il ricorso preventivo sulle leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un quarto dei componenti della Camera.
 

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