“Sei mesi prima o sei mesi dopo sulla data delle elezioni non cambia niente”. Mentre è partito il toto-data sul ritorno alle urne, Matteo Renzi, inaugurando ‘#OreNove’, il nuovo appuntamento quotidiano di approfondimento del Pd in diretta su Facebook e Youtube, assicura che “il tema del voto non si pone sulla base della legge elettorale, ma sulla base di che tipo di legge di bilancio vogliamo fare”. “E noi – precisa – lavoreremo insieme a Gentiloni e al governo”. L’obiettivo è il lavoro e ridurre la disoccupazione, “schizzata” per colpa della “cultura dell’austerity”. Il segretario dem cerca di sgombrare il campo dalla preoccupazione diffusa che andare al voto anticipato possa mettere a rischio la stabilità del Paese; chi lo dice “solleva una risata europea”, sottolinea, “non mi pongo il problema di quando si vota”, nei prossimi mesi vanno a elezioni anche altri Paesi europei “e non hanno il problema di mandare la legge di stabilità all’Ue”.
Sulla durata del governo influirà inevitabilmente la sorte della legge elettorale, che mette d’accordo i principali partiti ma non gli alleati di Ap. Renzi però non si smuove: “Il 5% è un elemento costitutivo”, rimarca, perchè con questo sbarramento in Parlamento “entrano pochi partiti”. Anzi, il segretario dem lo dice chiaramente: la soglia del 5% “elimina il potere di ricatto e veto dei piccoli partiti, questo è un fatto oggettivamente positivo. È comprensibile che i piccoli partiti non siano contenti, ma prima vengono gli interessi dell’Italia, poi quelli dei piccoli partiti”. Il proporzionale alla tedesca, come già sottolineato durante la segreteria dem, non è la via che avrebbe voluto il Pd, “volevamo un sistema che alla sera facesse sapere chi era il vincitore”, ma in Parlamento non c’erano i numeri per far passare una proposta alternativa, “andremo a vincere le elezioni con le regole volute dagli altri”.
In clima da campagna elettorale permanente, Renzi si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. “Secondo me Raggi fa bene, è giusto finché non c’è una sentenza passata in giudicato pretendere garantismo”, dice a proposito della scelta della sindaca di Roma di non dimettersi anche se dovesse andare a processo per la vicenda Marra, ma “rimane da capire perché i 5 stelle quando viene rinviato a giudizio un altro fanno una gran cassa”. Di più: “E’ normale che un partito fondato da un pregiudicato possa avere una morale su due livelli?”. Stoccata velata, poi, anche sui vaccini, dopo le posizioni contestate al M5s, col segretario dem che si schiera al fianco del professor Roberto Burioni per le minacce di morte ricevute: “Tutti dovremmo mostrargli solidarietà”.
Dulcis in fundo, Renzi torna anche sulla vicenda della rinuncia alla candidatura di Roma a ospitare i Giochi del 2024: “Qualcuno ha scelto di togliere alle nuove generazioni il sogno olimpico”, accusa l’ex premier, “ci mangeremo le mani perché si è persa un’occasione”.