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Roma, Mourinho: “Non sono io il problema, non lo accetto”

Alla vigilia della match contro il Frosinone,e dopo la cocente sconfitta con il Genoa, Josè Mourinho parla in conferenza stampa facendo il punto sul periodo di crisi della Roma la cui partenza in campionato è la peggiore della propria storia nell’epoca dei tre punti in Serie A. “Se accetterei adesso un rinnovo? Parliamo di una situazione ipotetica e non mi piace parlare di questo. Se non è successo, non ti posso dare una risposta. Tre mesi fa, parliamo del periodo di Budapest, c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via”, ha detto l’allenatore portoghese che non ci sta a passare per il capro espiatorio.

“A Budapest, in campo, ho detto ai giocatori e allo staff che sarei rimasto, due-tre giorni dopo abbiamo giocato contro lo Spezia ed ero squalificato, torno in campo dopo la partita e ho detto ai tifosi che sarei rimasto. Due-tre giorni dopo, ho trovato il presidente Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sarei rimasto. Durante le vacanze, ho avuto la più importante e più pazza offerta di lavoro nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola ai miei giocatori, ai miei tifosi e la parola al mio proprietario. Tre mesi dopo sembra che io sia un problema e non lo accetto”, ha aggiunto.

“Non leggo e non sento le tv, però ho amici, giocatori, collaboratori, gente che mi fa arrivare certe cose e non lo accetto. Non lo accetto perché non è vero, io non sono un problema. Il calcio e la vita, le cose sono multifattoriali, non si può dire neanche nel momento della vittoria, non l’ho mai fatto, non si può mai dire che il responsabile sia quello lì, lo siamo tutti. Sono tutte piccole cose che succedono all’interno di un club, di un’azienda, di una struttura educativa, è tutto multifattoriale”, ha spiegato il tecnico della Roma.

Nessuna paura né timore per le pressioni

“Solo una persona mi può dire che sia finito tutto prima del 30 giugno ed è Dan Friedkin, solo lui può dirmi di andare via, se non me lo dici io resto fino al 30 giugno, ho dato la parola a tutta Trigoria, ai tifosi, al mondo perché quando parlo io purtroppo parlo al mondo perché la mia carriera è stata fatta così. Sono la stessa persona e fino al 30 giugno io sono qua con i miei giocatori a lavorare per la mia proprietà, solo Dan può mandarmi via oppure Ryan”, ha sottolineato in merito alle critiche arrivate dalal tifoserie sul suo operato dopo un avvio di campionato alquanto difficile e con scarsi risultati. “Non ho paura della pressione esterna, non ho paura dei possibili fischi, se vogliono trovarmi mi trovano a Trigoria, quando decido di andare a cena fuori sto un po’ fuori e vado in albergo per uno-due giorni altrimenti sono sempre qua. Non c’è né paura né mancanza di fiducia. Domani sono allo stadio con i miei giocatori, insieme come sempre dal primo giorno, ci prenderemo le responsabilità di quello che potrà succedere prima, durante e dopo la partita, l’unica cosa che pensiamo tutti insieme è di vincere la partita domani perché la squadra ne ha bisogno”, ha sottolineato infine il tecnico portoghese.

Terzo anno il più difficile? Qui sto bene

 “E’ vero che il terzo anno è il più difficile per incidere sui giocatori? Non la penso così. Penso che se una persona sta bene non cambia. Non c’è terzo, quinto, decimo anno che tenga. Anche nel primo anno ci sono dei problemi, se parli anche di rapporti umani possiamo essere amici anche dopo 50 anni”, ha spiegato Mourinho che ha poi continuato: “Penso che sia tutta una maratona, in questo caso la maratona di 4-5 anni che sei in una squadra. Quando tu non senti questo amore, tu senti che devi dire basta. Qualche volta senti che sei stanco di un rapporto anche senza problemi. Ci sono allenatori che hanno tanti soldi da spendere, che cambiano giocatori con una facilità tremenda. Guarda il Manchester City con Guardiola che può pagare 100 milioni. Penso che il punto di partenza non siano gli anni, ma un rapporto che esiste o non esiste. In questo caso il rapporto esiste. Qui lavorare mi piace tantissimo e non posso dire che ho avuto dei club dove mi è piaciuto lo stesso o dove mi è piaciuto di più”, ha concluso.

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