Sarà il codice degli appalti l’arma di “fine di mondo” sulla quale andrà a incagliarsi definitivamente il governo Conte? Può darsi, ma può anche darsi di no, perché leghisti e M5S polemizzano, si posizionano, aprono front e li chiudono entrambi ormai solo alla ricerca del modo di lasciare il cerino dell’apertura della crisi nelle mani dell’altro. Scene già viste nella prima repubblica. E, dopo la conferenza stampa di Conte di ieri, i commenti al vetriolo di Giorgetti e i richiami al lavoro di Salvini e Di Maio, questa mattina, appena radio e siti internet si “riaccendono”, le polemiche ripartono. E sul fronte “sblocca cantieri-codice degli appalti” si scontrano Salvini e Toninelli. Sullo sfondo, il Senato è costretto a rinviare l’esame del provvedimento al centro della querelle. Lo fa sapere la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Nel corso della giornata convocherò la conferenza dei capigruppo. La seduta è rinviata a domani mattina alle 9.30, con il medesimo ordine del giorno, tranne che venga modificato dalla conferenza dei capigruppo”. La richiesta di rinvio è venuta dalla maggioranza (Stefano Patuanelli, capogruppo M5S) a causa della presenza di alcuni “nodi irrisolti”. Le opposizioni, ovviamente, attaccano e chiedono che Conte venga in aula a spiegare.
Danilo Toninelli – Ed ecco i “nodi irrisolti”. “L’emendamento presentato dalla Lega sullo Sblocca cantieri non sta in piedi, anche giuridicamente, è stato bocciato da tutti. Dubito che sia solo un pretesto per creare caos e far cadere il governo”. attacca il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, su Radio24. Toninelli si riferisce a un emendamento che la Lega ha presentato ieri (lo ha fatto il sottosegretario Garavaglia) nel vertice sullo sblocca cantieri promosso dal premier. Un emendamento che, praticamente, sospende per due anni l’efficacia del codice degli appalti, con il suo bagaglio di regole e vincoli utili anche ad arginare i rischi di infiltrazioni malavitose. Una roba indigeribile per i M5S. Ma la replica di Salvini arriva a strettissimo giro: “Chiedete a un imprenditore, ma il codice appalti che era nato per semplificare ha semplificato? Se qualcosa non va bene, va cambiato. Noi chiediamo di snellire e accelerare rifacendosi alla normativa europea”. E Salvini chiarisce: “Non ho alcuna intenzione di far cadere il Governo, ma se tra 15 giorni siamo di nuovo qui a dirci le stesse cose, allora è un problema“. E sul vertice di governo “Sono pronto ad andare in Coinsiglio dei ministri appena lo convocano, ma si riparta con il fare. Credo alla possibilità di cambiamento di questo Governo, ma si deve lavorare insieme. Molti progetti sono pronti, per me possiamo fare anche un vertice al giorno”
E contro Toninelli si scaglia con durezza anche il senatore di Forza Italia, Francesco Giro. Segno che nel centrodestra c’è tutto l’interesse ad affibbiare ai M5S la quota maggiore possibile di responsabilità di un’eventuale caduta del Governo. Anche perché la questione delle responsabilità della crisi sarà al centro della campagna elettorale (quest’autunno?), campagna elettorale nella quale, il centrodestra punta a ritrovare la sua unità: “Toninelli è un incapace – dice apertis verbis, Giro – . Stamattina attacca Salvini questo lillipuziano. Ma Stia in silenzio. Nei suoi video sui social Toninelli è più esilarante di Crozza. Il non-ministro dice di essere stanco della retorica di Salvini. Toninelli hai perso sei milioni di voti alle europee. Persino i tuoi ex elettori sono stanchi di te. Fa gli scatoloni che è meglio”. Lo dice Francesco Giro, senatore di FI.
Giancarlo Giorgetti – E ieri sera era sceso pesantemente in campo, Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ipotizzando a breve la fine dell’avventura giallo-verde. Stando a quanto riporta oggi Repubblica, l’esponente di spicco della Lega, già molto critico prima delle elezioni europee, vede ‘pioggia radioattiva’ intorno all’esecutivo: “Perché se poi non piove grandine ma pioggia nucleare, radioattiva, hai voglia allora a farti ombrello. Non basta, l’ombrello si scioglie…”
Luigi Di Maio – L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, prova a mostrare senso di responsabilità: “Nessuno vuole vivacchiare. Siamo la prima forza politica in Parlamento, abbiamo sempre dimostrato lealtà a questo governo. Vogliamo andare avanti per continuare a dare risposte agli italiani. Non c’è altro tempo da perdere. Le parole più belle sono i fatti – dice in un’intervista al ‘Corriere della sera’ – Il contratto è servito e serve proprio a questo, a trovare temi condivisi. Basta seguire il contratto e realizzare ogni singolo punto. Sapevamo di essere due forze politiche differenti ma siamo accomunati da un contratto che mette al primo posto solo provvedimenti che servono a rilanciare il Paese e tutelano i diritti dei cittadini”. E su se stesso e il movimento, aggiunge: “Non lascerò il Mise e se si riferisce all’organizzazione generale del Movimento, ci saranno dei cambiamenti. Ho ascoltato l’assemblea attentamente, ha avanzato delle richieste, legittime, ed è giusto che siano accolte”. E insiste sul vertice di governo al quale Salvini è parso poco interessato: “Per il vertice spero si possa fare il prima possibile, io sono a completa disposizione. Per quanto riguarda il contratto, prima realizziamo tutti i punti. Di sicuro ora serve un’agenda con delle priorità che ci permetta di lavorare in maniera spedita e propositiva”,