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Segano le sbarre e scappano: tre evasi dal carcere di Favignana

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Sbarre segate e lenzuola usate come funi. E’ un’evasione da manuale, quella dei tre detenuti siciliani fuggiti nella notte dal carcere ‘Giuseppe Barraco’ di Favignana. Fra loro un omicida ergastolano.

Scene da fumetto, che però non fanno sorridere affatto i sindacati di polizia penitenziaria. La Uilpa vuole “proclamare lo Stato di emergenza” e il Sappe chiede “le dimissioni del ministro della Giustizia”.

Le ricerche si muovono in tutte le direzioni: polizia penitenziaria, carabinieri, guardia costiera e guardia di finanza stanno settacciando l’isola. Si tratta di Adriano Avolese, 43enne di Pachino (Siracusa), all’ergastolo per omicidio: nel 2002 assieme al padre uccise per vendetta Sebastiano Di Rosa, 24 anni, reo a suo dire di aver insidiato la moglie; di Giuseppe Scardino, 42enne di Vittoria (Ragusa), condannato a 15 anni con fine pena 2032 per rapine violente e il tentato omicidio di un poliziotto; e di Massimo Mangione, 43 anni, anche lui di Vittoria, con fine pena 2027, condannato a 12 anni e complice di Scardino: insieme spararono all’impazzata nel centro di Scoglitti ferendo una donna.

Nessuno pare essersi accorto del piano escogitato dai tre, che armati di seghetto e sfruttando le tenebre, hanno raggiunto il tetto della casa circondariale per poi calarsi con le lenzuola dal lato esterno, non illuminato. Il penitenziario, infatti, non ha vigilanza sul muro di cinta. Ma i tre detenuti ‘di peso’ non avrebbero agito da soli.

“Sicuramente hanno dei complici”, accusa Donato Capece, segretario generale del Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. “Potrebbero essere riusciti a lasciare l’isola con l’aiuto di qualcuno, forse via mare”, ipotizza il sindacalista, che punta il dito contro “il ministero della Giustizia per avere annientato la sicurezza interna delle carceri con provvedimenti scellerati, come la vigilanza dinamica e il regime aperto”.

Per Capece “il ministro Andrea Orlando dovrebbe dimettersi”, e invita a “cercare i colletti bianchi”. Capece denuncia: “Servono almeno 8mila nuovi agenti, e sono state autorizzate solamente 305 nuove assunzioni”. “Ci risiamo! Ancora una volta non resta che lanciare un grido di allarme, nella speranza che questa volta possa in qualche modo richiamare l’attenzione del Governo”, commenta Angelo Urso, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria. Secondo Urso “il sovraffollamento continua ad essere un problema irrisolto, le carenze strutturali idem e quelle tecnologiche nemmeno a parlarne”.

Per questo motivo “serve proclamare lo stato di emergenza delle carceri e in ragione di ciò adottare provvedimenti straordinari utili a rivederne l’organizzazione interna, a incrementare e rafforzare gli apparati di sorveglianza e sicurezza passiva”, dice il segretario della Uilpa. Secondo i dati raccolti dal Sappe, nei primi sei mesi del 2017 in Italia si sono verificate 6 evasioni da istituti penitenziari, 17 evasioni da permessi premio e di necessità, 11 da lavoro all’esterno, 11 da semilibertà e 21 mancati rientri di internati. 

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