Nel weekend di Halloween, sabato horror per la Juventus sconfitta per 2-1 a Verona nell’anticipo della 11/a giornata di Serie A. Un grande Giovanni Simeone firma una doppietta in 4 minuti che di fatto manda al tappeto i bianconeri. Il secondo ko consecutivo, il quarto stagionale, certifica l’addio definitivo della Juve all’obiettivo Scudetto. Non solo, continuando così anche il quarto posto e la qualificazione in Champions League rischia di restare un miraggio. Prima che le altre big scendano in campo, la squadra di Allegri è a -13 dalla vetta e a -4 dalla zona Champions. Juve agganciata in classifica, tra l’altro, proprio dal Verona di un Tudor che l’anno scorso era il vice di Pirlo e che si toglie così la soddisfazione di battere la sua ex squadra. Protagonista assoluto della gara un Simeone in stato di grazia. Per l’argentino sono 8 i gol in campionato. Simeone si conferma bestia nera per la Juve e per Allegri, contro cui firmò anche la sua prima tripletta in Serie A ai tempi del Genoa. Non basta ai bianconeri la buona prova di Dybala e il secondo gol consecutivo di McKennie.
Assente Chiesa, fuori all’ultimo Rugani con De Ligt in panchina. Allegri schiera una Juve con il 4-4-2: in difesa la coppia Bonucci-Chiellini, mentre a centrocampo giocano Arthur e Bentancur. In attacco Dybala e Morata. Nel Verona, Tudor schiera un 3-4-2-1 con Barak e Caprari confermati alle spalle del bomber Simeone.
Inizio di partita da brividi per la Juve, con i soliti errori in fase di impostazione che favoriscono le ripartenze degli avversari. Non a caso la prima occasione della partita per il Verona nasce da una palla persa di Bentancur che favorisce Caprari e Lazovic, Szczesny salva i bianconeri. La Juve prova a reagire con una iniziativa di Dybala, l’assist per Morata che da due passi non riesce a battere Montipo’. Al 10′ l’Hellas passa in vantaggio: Arthur sbaglia clamorosamente un retropassaggio, ne approfitta Barak che vede il suo diagonale respinto da Szczesny. Simeone appostato in area firma l’1-0 a porta vuota. Come contro la Lazio, il Cholito si ripete dopo quattro minuti fulminando il portiere della Juve con un destro dal limite dell’area all’incrocio dei pali. Allegri pietrificato in panchina. Stordita dal micidiale uno-due di Simeone, la Juve prova a reagire aggrappandosi a Dybala. L’argentino prova a scuotere i suoi con un destro dal limite termina di poco fuori. Il numero 10 è l’unico a crederci, ma predica in un deserto tecnico allarmante. Sul finire di tempo, dopo un’occasione fallita da Alex Sandro, Dybala è anche sfortunato quando colpisce una traversa con un sinistro a giro in corsa.
Nel secondo tempo sempre Dybala prova a prendersi sulle spalle la Juventus, l’argentino è subito pericoloso con un sinistro a giro non troppo lontano dall’incrocio dei pali. La manovra dei bianconeri però è troppo compassata e il Verona può difendersi senza troppi problemi. Allegri manda in campo Locatelli per Bentancur e McKennie per l’invisibile Rabiot. La Juve prova a cambiare ritmo e si rende pericolosa prima con Cuadrado e poi con il neo entrato McKennie. Montipò si salva. Allegri manda in campo anche Bernardeschi e Kulusevski per Arthur e Cuadrado, ma il tempo passa e la sua squadra non riesce a cambiare marcia. Il tecnico nervoso getta via il cappotto come quella volta a Carpi, ma quella era un’altra Juve. Il gol del 2-1 firmato da McKennie all’81’ arriva troppo tardi, inutile l’assalto finale con il solito Dybala che sfiora il pari con un sinistro deviato in angolo da Montipò. Il Verona si compatta, resiste e riesce a portare a casa una meritata vittoria sfiorando anche il terzo gol con il neo entrato Kalinic e con Barak in contropiede. Per la Juve ed Allegri è invece sempre più notte fonda.