Angelino Alfano più vicino a Renzi che a Berlusconi in Sicilia. Nella trattativa per il candidato che andrà a sostituire Rosario Crocetta a palazzo D’Orleans “sono stati fatti passi in avanti concreti”, riferiscono fonti che seguono le trattative da vicino. Si vorrebbe quindi ricalcare il modello Palermo, che ha portato alla riconferma di Leoluca Orlando come sindaco del capoluogo siciliano.
Per Centristi per l’Europa, cioé la formazione guidata da Pier Ferdinando Casini, l’accordo sarebbe praticamente fatto, e il tutto dovrebbe essere ufficializzato durante una conferenza stampa domani alle 10, presso Palazzo Busacca a Scicli (Ragusa). Parteciperebbero lo stesso Casini, il coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa, Gianpiero D’Alia, il capogruppo dei Centristi all’Assemblea regionale siciliana, Marco Forzese, e il deputato Orazio Ragusa. Alernativa popolare, cioé la formazione di cui Angelino Alfano è leader, sottolinea comunque che i giochi sono “ancora aperti”. L’idea è quella di presentare nei prossimi giorni il candidato centrista su cui ,insistono, “chi vorrà potrà convergere”.
Intanto domani ad Arcore ci sarà il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Giancarlo Micciché, commissario straordinario di Forza Italia nella regione siciliana, dopo che quest’ultimo ha rotto il patto con Fratelli d’Italia su Nello Musumeci. Micciché è pronto a ricucire sulla candidatura di Musumeci, ex sottosegretario al Lavoro ed ex presidente della commissione Antimafia regionale, anche perché Berlusconi, viene spiegato, non avrebbe gradito il passo in avanti di Micciché, il quale complica non poco i rapporti con Giorgia Meloni e, soprattutto, con Matteo Salvini. Il leader azzurro lo ha ripetuto anche oggi, in un’intervista al ‘Giornale’: “Io sono sempre ottimista e continuo a pensare che la divisione del centrodestra in Sicilia non sia affatto scontata. Sarebbe ragionevole convergere sul candidato che abbia le caratteristiche più adatte non solo a vincere ma a garantire ai siciliani cinque anni di buon governo, dopo i disastri della Giunta Crocetta”.
Il concetto è sempre lo stesso. Secondo Berlusconi, infatti, le elezioni siciliane “sono importanti perché riguardano una grande regione, ma non sono la prova generale delle elezioni politiche” e “sul piano nazionale d’altronde l’unità del centrodestra mi sembra un valore pacificamente acquisito da tutti”. Insomma le trattative in atto in Sicilia devono essere circoscritte al solo terreno dell’isola. E questo non piace ad Alfano che, con la Sicilia, vorrebbe portare a casa anche un accordo per le prossime politiche. Il ragionamento di Berlusconi è semplice: “Se alcuni parlamentari eletti con noi, che si considerano ancora di centrodestra, in Parlamento vogliono dare vita a formazioni alleate alla nostra coalizione, credo che sia un fenomeno positivo, che riporta, almeno negli ultimi mesi della legislatura, ad equilibri parlamentari più simili a quelli votati dai cittadini” e questo “sarà una buona cosa per tutto il centrodestra”.