Alla faccia delle teste di serie: questo ragionamento molto aritmetico legato alle graduatorie Uefa e Fifa a tratti ci lascia un po’ perplessi: è possibile che a distanza di soli quattro anni dalla finale in Sud Africa Spagna e Olanda siano così lontane al punto che l’Olanda è in una seconda fascia rispetto ai riconfermati campioni d’Europa e del Mondo?
È possibile: perché l’Olanda all’ultimo Europeo è stata un disastro e anche se il cammino degli Orange nella qualificazione al Mondiale è stata un trionfo questo è quello che dicono i numeri. Viene anche troppo facile pensare che Spagna e Olanda siano le superfavorite in un girone che vede gli iberici confermare un sistema di gioco vincente che punta su tanti talenti, su grande qualità, molti ricambi e su un tecnico intelligente e di buon senso come Del Bosque.
L’Olanda dal canto suo segna mediamente due gol a partita e anche se in difesa a volte va un po’ in affanno, ha un’organizzazione di gioco mostruosa che offre sempre gioco offensivo: al tiki-taka gli olandesi preferiscono i tricche-tracche con accelerazioni improvvise, gioco esterno e fuoriclasse come Robben (nella foto in amichevole contro il Ghana) e Van Persie in grado di inventarsi qualsiasi cosa in qualunque momento.
Il Cile non è da sottovalutare: negli spazi corti e stretti, soprattutto nelle triangolazioni a ridosso dell’area di rigore, la squadra di Vidal è davvero micidiale. Ma in difesa, in una qualificazione come quella sudamericana che era priva del Brasile padrone di casa, e dunque qualificato di diritto, hanno davvero subito troppi gol. Pur dimostrando di saperne sempre segnare uno più del necessario.
L’Australia in questo girone gioca il ruolo dello sparring partner: è una squadra forte fisicamente, molto atletica ma non giovane e che nell’ultimo anno a proposito di ranking Fifa ha perso 26 posti finendo al numero 59. Si tratta della squadra più in basso nel ranking mondiale in questa fase finale. Dunque i Roos ci perdoneranno se le nostre preferenze vanno alle due finaliste di quattro anni fa che dovranno guardarsi le spalle da un Cile ricco di talento e di imprevedibilità.
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