Nessuna espulsione di diplomatici statunitensi da parte dellaRussia. Ad annunciarlo è il presidente Vladimir Putin, nonostante le sanzioni imposte ieri da Washington per la presunta ingerenza russa nelle elezioni presidenziali Usa dell’8 novembre. “Non creeremo problemi ai diplomatici statunitensi. Non espelleremo nessuno. Non proibiremo alle loro famiglie, né ai loro figli di utilizzare i luoghi abituali di riposo durante le feste di Natale”, ha affermato Putin in una dichiarazione diffusa dal Cremlino.
Putin però, che nega da sempre che il Cremlino sia dietro ai cyber-attacchi contro gli Usa durante la campagna elettorale, ha sottolineato che la Russia “si riserva il diritto di adottare misure di risposta” giacché “tenendo in considerazione la prassi internazionale, la parte russa ha tutti i motivi per una adeguata risposta”. Ma poco dopo ha aggiunto: “Noi non ci abbasseremo al livello di una diplomazia irresponsabile” e “i prossimi passi per il ristabilimento delle relazioni russo-statunitensi li adotteremo a partire dalle politiche che proporrà l’amministrazione del presidente Donald Trump“.
Poche ore prima, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov aveva anticipato invece che, in risposta alla decisione di Washington di espellere 35 diplomatici russi accusati di essere agenti dei servizi di intelligence, anche Mosca avrebbe cacciato dal Paese 35 figure diplomatiche. “La reciprocità – aveva detto Lavrov – è la legge diplomatica nelle relazioni internazionali. Per questo proponiamo al presidente della Russia di dichiarare persone non gradite 31 funzionari dell’ambasciata Usa a Mosca e altri quattro del consolato Usa a San Pietroburgo”.
Il ministero degli Esteri russo ha anche chiesto di bloccare l’accesso ai diplomatici Usa in una delle residenze che l’ambasciata statunitense ha a Mosca, in mezzo a una riserva naturale, e a un magazzino che possiede nella periferia della capitale russa. Quest’ultima misura, in particolare, verrà adottata in risposta alla decisione Usa di chiudere due complessi che si trovano negli Stati di Maryland e New York e che la Russia usava, secondo le autorità americane, a fini di intelligence. “In entrambi i casi queste residenze di campo si usavano per il riposo dei figli dei diplomatici nelle vacanze invernali. E queste residenze sono state dichiarate nidi di spie”, ha detto a questo proposito Lavrov. “L’amministrazione uscente di Obama, che incolpa la Russia di tutti i peccati mortali, ha accusato senza prove la Russia di ingerenza a livello statale nella campagna elettorale Usa, che avrebbe dato come risultato la sconfitta della candidata democratica”, ha detto Lavrov. Le nuove sanzioni imposte ieri a Mosca, ha assicurato il capo della diplomazia russa, sono state approvate “senza alcun tipo di prove” a sostegno delle accuse.
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Ieri il presidente americano aveva ordinato l’espulsione di 35 diplomatici russi e nuove sanzioni contro organi di spionaggio, funzionari e servizi segreti di Mosca che ritiene coinvolti negli attacchi hacker ai partiti politici nelle elezioni presidenziali americane dell’8 novembre. Le misure segnano il livello più basso nelle relazioni tra Usa e Russia, già deteriorati per il conflitto nell’est dell’Ucraina e in Siria.
Intanto, il primo ministro russo Dmitry Medvedev va all’attacco. “È spiacevole che l’amministrazione Obama, che è cominciata con il ripristino delle nostre relazioni, stia concludendo il mandato con un’agonia anti-Russia”, scrive su Facebook l’ex presidente, attaccando il capo della Casa Bianca.
“Queste azioni seguono i ripetuti avvertimenti pubblici e privati che abbiamo emesso al governo russo e sono una risposta necessaria e adeguata agli sforzi per danneggiare gli interessi degli Stati Uniti in violazione delle norme internazionali”, si legge nella nota del presidente. Inoltre, Obama ha promesso ulteriori misure contro la Russia, alcune delle quali segrete. “Queste azioni – prosegue il comunicato – non sono la somma totale delle nostre risposte alle attività aggressive da parte della Russia. Continueremo a prendere una serie di azioni in ogni momento e luogo che vorremo”.
Il presidente ha poi esortato “amici e alleati di Washington a opporsi al tentativo di Mosca di scavalcare le norme internazionali di comportamento e di interferire nei governi democratici”. Secondo un alto funzionario Usa, infatti, “non vi è alcuna ragione di credere che la Russia cesserà di interferire nelle elezioni degli Stati Uniti e di altri Paesi” tra cui alcuni dei alleati europei.
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