L’incontro ai più alti livelli fra Donald Trump e il Cremlino è giunto nel pieno della tempesta politica per il licenziamento da capo dell’Fbi di James Comey, colui che guidava l’indagine sul Russiagate, cioè sugli eventuali legami fra la campagna elettorale del tycoon e Mosca. Il presidente degli Stati Uniti, a due giorni dalla sua decisione di silurare Comey, ha ricevuto nello Studio Ovale della Casa Bianca il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov: un incontro “molto buono”, lo ha definito Trump. Incontro che è giunto dopo il faccia a faccia di Lavrov con il segretario di Stato americano Rex Tillerson nella sede del dipartimento di Stato.
Sul caso Fbi Lavrov si è lasciato andare a una battuta: Comey “è stato licenziato? State scherzando, state scherzando!”. E anche Vladimir Putin, chiamato in causa sulla vicenda da Cbs News prima di una partita di hockey a Sochi, ha detto la sua: “La sua domanda per me è molto divertente. Non sia arrabbiato con me. Noi non abbiamo niente a che fare con questo”, ha detto al giornalista, aggiungendo che il caso Comey non avrà “nessun effetto” sulle relazioni fra Stati Uniti e Russia. “Il presidente Trump ha agito in conformità con la sua competenza, con la legge e la Costituzione”, “che c’entriamo noi? Perché noi?”, ha detto ancora il leader del Cremlino.
Dopo l’incontro con Lavrov, nel corso del quale si è parlato anche di Siria e Ucraina, Trump ha ricevuto, a sorpresa, l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, rimasto in carica dal 1973 al 1977. Ed è in questa occasione che il presidente Usa si è lasciato andare al primo commento sull’ormai ex direttore dell’Fbi: Comey “non stava facendo un buon lavoro“, ha detto, aggiungendo che la questione non ha influito in alcun modo sulla riunione con Lavrov. Quello che Trump non ha voluto dire, però, è se il nuovo direttore del Bureau sarà o meno incaricato di portare avanti le indagini sul Russiagate. In serata, tuttavia, qualche informazione in più è giunta dalla Casa Bianca: la portavoce aggiunta, Sarah Huckabee Sanders, ha detto che l’amministrazione “incoraggia” l’Fbi a completare la sua indagine sulla presunta ingerenza del governo della Russia nelle elezioni presidenziali Usa di novembre a favore della vittoria dell’attuale presidente Donald Trump. E la stessa portavoce ha precisato che Trump pensava alla possibilità di licenziare Comey fin dal giorno della sua elezione a novembre scorso.
Secondo quanto è emerso da fonti, Trump sta già prendendo in considerazione quattro alti funzionari dell’Fbi per sostituire Comey. I quattro sarebbero: l’attuale direttore pro Fbi tempore Andrew McCabe, l’assistente direttore Paul Abbate, l’agente speciale di Chicago Michael J. Anderson, e l’agente speciale di Richmond in Virginia Adam Lee.
L’incontro fra Trump e Lavrov si è svolto a porte chiuse e non vi hanno avuto accesso i giornalisti statunitensi, ma la Casa Bianca ha assicurato che erano presenti i fotografi ufficiali di entrambe le parti. Dalle immagini della stampa russa è emerso che, oltre a Lavrov e Trump, era presente l’ambasciatore del Cremlino Sergei Kislyak. È proprio il fatto di avere mentito sui colloqui con questo ambasciatore che è costato l’incarico a Michael Flynn, fino a febbraio scorso il principale consigliere di Trump per la sicurezza nazionale.