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Tunisia, esperto di droni ucciso a Sfax: Hamas accusa Mossad

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

C’è l’ombra del Mossad sull’omicidio di un ingegnere tunisino esperto nella realizzazione di droni avvenuto giovedì a Sfax, nel sud della Tunisia. Già ieri i media locali e quelli israeliani cominciavano a ventilare l’ipotesi di un coinvolgimento dei servizi segreti israeliani, e il partito Ennahda aveva chiesto di fare immediatamente chiarezza sulle responsabilità, dicendo che si trattava di un “atto che minaccia la stabilità della Tunisia e la stabilità del suo popolo”. Oggi poi, le Brigate Qassam, braccio armato del movimento palestinese Hamas, hanno accusato direttamente il Mossad, seppur senza fornire delle basi per le sue accuse, confermando che l’ingegnere Mohamed Zouawi era stato un loro militante per 10 anni, duranti i quali “si era recato diverse volte a Gaza attraverso i tunnel egiziani”.

Le Brigate dicono di essere state aiutate da Zouawi a fabbricare droni che sono stati impiegati durante l’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza a luglio e agosto del 2014. E secondo il quotidiano israeliano Haaretz l’ingegnere aveva anche collaborato negli anni ’90 con il gruppo sciita libanese Hezbollah, a disposizione del quale avrebbe messo le sue competenze tecnologiche.

Per l’omicidio la polizia tunisina ha arrestato cinque persone tra Sfax, Tunisi e Gerba: è su quest’isola che si trova la comunità ebraica più grande del Paese. Nella nota in cui ieri lo comunicava, il ministero dell’Interno tunisino ha riferito anche che nell’omicidio “sono state utilizzate quattro auto, due pistole con silenziatori e due telefoni cellulari che sono stati sequestrati insieme ad altri oggetti usati nel crimine”. A far trasparire che c’era qualcosa di particolare in questo caso, poi, alimentando i sospetti della partecipazione di servizi segreti di altri Paesi, il comunicato aggiungeva: “l’indagine prosegue per chiarire le diverse parti coinvolte nell’assassinio”.

La vittima, Mohamed Zouawi di 49 anni, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco esplosi a bruciapelo giovedì mentre si trovava in un’auto vicino a casa sua. Ingegnere aeronautico, secondo giornalisti tunisini citati dalla stampa israeliana si sarebbe recato nel 1991 in Siria ed è qui sarebbe entrato in contatto con Hamas. Avrebbe così messo a disposizione del gruppo le sue conoscenze tecnologiche e vi avrebbe collaborato in modo stretto. Sempre secondo i media israeliani, era tenuto sotto controllo dal Mossad perché negli ultimi anni lavorava allo sviluppo di aerei spia controllati da remoto. Il quotidiano arabo Al Khaleej Online, inoltre, riporta che nelle ultime settimane l’ingegnere tunisino aveva ricevuto minacce di morte per telefono.

Proprio giovedì il direttore generale della sicurezza nazionale della Tunisia, Abdelrahman Haj Ali, è stato rimosso dall’incarico. I media locali, tuttavia, hanno insistito sul fatto che la decisione sta in relazione con un presunto scontro politico precedente con il governo.

 

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