Guardando le celebrazioni del Veterans Day in tv, per qualche istante è parso di vedere doppio: due presidenti degli Stati Uniti. Il presidente eletto Joe Biden al Korean War memoriale di Philadelphia, con mascherina in volto e mano sul cuore, a ricordare anche il defunto figlio Beau, che servì nella Guardia nazionale. Il presidente uscente Donald Trump al cimitero di Arlington, senza mascherina e intento a fare il saluto militare davanti a una corona di fiori. In mezzo, le elezioni e il loro risultato, che Trump continua a rifiutare in una spinta senza precedenti per bloccare la transizione democratica. Creando un clima di tensione e sospensione (condito di cause legali con cui contestare infondati “brogli”) che Biden ha scelto di ignorare, portando avanti il lavoro per il passaggio di potere.
Sabato sera l’ex vice di Barack Obama ha superato la soglia dei 270 Grandi elettori necessari alla vittoria, dopo giorni di spoglio. Quattro giorni dopo, Biden è a 279 e Trump a 217, il primo con 77,3 milioni di voti, il secondo con 72,2 milioni. L’ultimo Stato attribuito è stato l’Alaska, dove ha vinto Trump, mentre mancano Arizona, Georgia (il riconteggio chiesto dai repubblicani si terrà a mano e non si concluderà fino al 20 novembre, aprendo poi a quello automatico) e North Carolina.
Biden insiste a ignorare, con il suo consueto aplomb, il rifiuto di Trump di accettare l’esito elettorale, ma non può ricevere i briefing d’intelligence e i fondi federali destinati a facilitare il trasferimento di potere sono bloccali. La resistenza di Trump può anche impedire indagini di rito e nullaosta di sicurezza al futuro staff, nonché l’accesso alle agenzie federali per discutere la transizione. Al memoriale, Biden non ha parlato pubblicamente, forse tentando di calmare le acque dopo i commenti di martedì. “Imbarazzante”, così aveva bollato la posizione di Trump, aggiungendo che questa “non cambia la dinamica di ciò che possiamo fare”. I briefing “sarebbero utili”, ha detto, ma “nulla ci può rallentare”.
Il quasi 78enne (compirà gli anni il 20 novembre) da gennaio dovrà affrontare enormi crisi sanitarie, di sicurezza ed economiche, a prescindere dal dibattito politico.Trump è anche tornato su Twitter per dichiarare, di nuovo, di essere il vero vincitore, vittima di “corruzione e disonestà” del processo elettorale (Twitter sistematicamente segnala questi tweet). Presunti problemi con le firme, buste segrete, schede perse, ma in realtà non c’è traccia di brogli: le autorità elettorali di entrambi i partiti lo hanno dichiarato pubblicamente, così come gli osservatori internazionali. In più, l’ampio margine di Biden lascia prevedere che, qualsiasi fosse l’esito delle cause legali intentate e dei riconteggi, Trump non potrebbe vincere. Nel frattempo, il presidente uscente ha anche silurato il segretario alla Difesa Mask Esper e altri tre vertici del Pentagono, sostituendoli con suoi “fedeli”. Nel Gop, tra quelli che della sua cerchia più si sono rivelati tali, c’è il segretario di Stato Mike Pompeo, che martedì ha previsto una fluida transizione: ad altri quattro anni di potere di Trump. Biden chiede all’amministrazione Servizi generali, guidata dalla direttrice nominata da Trump Emily Murphy, di riconoscere la sua vittoria. Ma per ora resta in attesa.