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Vaiolo delle scimmie, isolato un caso in Italia allo Spallanzani: situazione monitorata

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“Ho comunicato al Ministro Roberto Speranza l’isolamento avvenuto all’INMI Spallanzani del primo caso a livello nazionale del cosiddetto monkey pox, ‘Vaiolo delle scimmie’”. Lo scrive in un post su Facebook l’assessore alla Sanità e integrazione sociosanitaria del Lazio Alessio D’Amato. “Isolato già in precedenza in UK, Spagna e Portogallo. Finora i casi isolati in Europa sono stati una ventina. La situazione è costantemente monitorata”, ha aggiunto. “Si tratta di un giovane adulto tornato dalle isole Canarie che si era presentato al Policlinico Umberto Primo – spiega in una nota l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma – Il quadro clinico è risultato caratteristico e il virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali. Sono in corso indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti, altri due casi sospetti in fase di accertamento”.

L’Istituto superiore di sanità “ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”. È quanto scrive l’Iss sul proprio sito a proposito della ‘monkeypox’, il Vaiolo delle scimmie isolato allo Spallanzani di Roma per la prima volta in Italia dopo i casi degli ultimi giorni in Regno Unito, Spagna e Portogallo.”La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario – rassicura l’Istituto guidato da Silvio Brusaferro -. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il Vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del Vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi”. Si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del Vaiolo ma che largamente si differenzia dal Vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare – riporta l’Iss – tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale.Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il Vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del Vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.L‘infezione è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in USA nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario.

Il commento di Crisanti

“Se il Vaiolo delle scimmie viene diagnosticato precocemente, è possibile utilizzare una terapia per tenerlo sotto controllo. Il problema vero è che nessun medico ha mai visto il Vaiolo umano e tanto meno quello delle scimmie e questo provoca spesso un problema di ritardata diagnosi”. Così il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti, contattato da LaPresse.”La cosa buona è che non è un virus con una elevatissima infettività per l’uomo”, aggiunge. Infine per quanto riguarda il vaccino, contro il Vaiolo umano, “nessuno ne ha mai misurato la protezione residua oggi, anche perché le ultime vaccinazioni risalgono a oltre 40 anni fa”.

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