Inter senza Romelu Lukaku nella tana del Real Madrid per la terza giornata della fase a gironi di Champions League. Al momento del sorteggio per molti questa sfida avrebbe dovuto solo stabilire le gerarchie nel girone, invece dopo le prime due giornata sia Blancos che nerazzurri sono già con le spalle al muro. In particolare gli uomini di Zinedine Zidane, con una sconfitta e un pareggio, devono vincere a tutti i costi per restare in corsa per gli ottavi. “Real Madrid-Inter una finale? E’ una partita importante sicuramente, per noi e per loro. Tutte e due le squadre ambiscono ad andare avanti nel torneo, sarà dura contro una squadra attrezzata per vincere la competizione. Lo dimostra la storia e quello che sono tuttora. Noi veniamo qui a giocarci la nostra gara con le nostre armi”, ha dichiarato Conte alla vigilia.
L’Inter potrebbe anche accontentarsi di un pareggio, forte di una seconda parte del girone con due gare in casa su tre contro Shakhtar e proprio Real. Speculare sul risultato, però, non è nella mentalità di Conte che anche senza il suo totem offensivo proverà a giocarsela per vincere. “Io non firmo per un risultato prima di giocare, è molto importante dimostrare di avere una nostra fisionomia ed idea. Abbiamo un grandissmo rispetto per il Real, poi alla fine vinca il migliore”, ha aggiunto. Il tecnico nerazzurro spera di ritrovare i gol di Lautaro Martinez, al cui fianco in attacco dovrebbe giocare ancora Ivan Perisic visto che Alexis Sanchez anche se recuperato, quasi certamente dovrebbe partire dalla panchina. “Sanchez? Non posso dire se gioca, posso solo dire che oggi è tornato per la prima volta ad allenarsi”, ha confermato.
Una sfida, quella fra Real Madrid e Inter, che torna a disputarsi 22 anni dopo l’ultimo doppio incrocio tra i due club, proprio nei gironi di Champions. E anche in quella circostanza, nel 1998, Real-Inter non si disputò al Bernabeu, ma allo Stadio Ramón Sánchez-Pizjuán di Siviglia. Era il 16 settembre 1998, finì 2-0 per il Real. Sarà una sfida particolare per Achraf Hakimi, cresciuto nel Real. Sarà anche la prima da avversari per Zidane e Conte, che sono stati compagni di squadra da giocatori con la maglia della Juventus. “Quando era un giocatore, era il capitano ed era importante nella nostra squadra. È normale che diventasse allenatore, non mi sorprende”, ha raccontato Zizou. “E’ inutile parlare del calciatore, è stato incredibile e per me è stato un onore giocare e correre anche per lui”, ha replicato Conte. “Anche come persona era eccezionale. Nonostante il grande talento era sempre il primo agli allenamenti, si è sempre fatto volere bene da tutti”, ha aggiunto.
L’ex Pallone d’Oro per molti si gioca la panchina, ma lui sembra tranquillo: “Non ci penso. Penso alla partita di domani. Siamo fortunati a giocare una partita di Champions League. Il resto è inevitabile, ma quello che possiamo fare è preparare bene la partita”. “L’Inter è una squadra molto fisica che gioca bene a calcio. Un’altra partita difficile. Per noi è una finale ed è così che la prenderemo”, ha detto ancora Zizou. “Ogni giorno c’è una finale qui. Ogni partita. Ci sono tre punti e noi li cerchiamo. Se abbiamo perso il potere in Europa? Tutti possono avere un’opinione. L’anno scorso non abbiamo vinto la Champions League ma quest’anno ce l’abbiamo di nuovo in testa. Siamo di nuovo candidati, nonostante quello che pensano fuori”, ha aggiunto Zidane. “Non penso a cosa significherebbe perdere domani. Solo vincere. Il resto è inevitabile”, ha concluso.