Di solito a ritoccare i curricula ci pensano gli studenti alla ricerca di lavoro, in questo caso invece è il professore Giuseppe Conte – una laurea in giurisprudenza a pieni voti – a essere caduto nella trappola tutta italiana del ‘cv pompato’. E il nome indicato dopo due mesi e 17 giorni da Luigi Di Maio e Matteo Salvini come premier del futuro governo gialloverde finisce dritto nel tritacarne mediatico, purtroppo non soltanto nazionale.
Per usare l’azzeccata battuta della senatrice di Fi Anna Maria Bernini, ‘dal prof. Conte al prof. Conte Mascetti è un attimo’. Il docente di diritto privato finisce nel mirino della stampa nazionale e internazionale per il suo curriculum vitae in cui ci sarebbero delle forzature e per il ruolo che ebbe da avvocato nella vicenda Stamina.
È il New York Times a sollevare il caso. Nelle dodici pagine di curriculum inviato alla Camera dei Deputati per partecipare alle elezioni a componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, Conte riferisce che “dal 2008 al 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi”. Su questo punto ha indagato il corrispondente dall’Italia del New York Times, Jason Horowitz. Il risultato? Michelle Tsai, portavoce dell’ateneo americano, ha chiarito che “una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà“, aggiungendo che è possibile che Conte abbia seguito qualche programma di due giorni per i quali la scuola non tiene registri.
A stupire è il ‘ritocco’, sempre in positivo, che il prof. dà ad alcune esperienze altrimenti piuttosto marginali del suo percorso formativo. A questo si aggiunge il fatto che nel 2013 il professore ha difeso in qualità di avvocato la famiglia di Caterina Ceccuti, madre di Sofia, la bambina affetta da una malattia degenerativa curata con il metodo ‘Stamina’, la cura poi rivelatasi una truffa, basata sul presunto uso di cellule staminali mai riscontrate nei test in laboratorio. Conte preparò personalmente il ricorso della famiglia che voleva continuare con il trattamento Stamina, sebbene non avesse alcuna validità scientifica. Segno che l’avvocato era persuaso della bontà della causa.
La miccia è accesa. Dall’opposizione, il deputato Pd Michele Anzaldi denuncia un “caso gravissimo di taroccamento, se confermato”. “Le incongruenze relative al curriculum del prof. Conte – attacca Deborah Bergamini di Forza Italia – generano inquietanti ombre sul M5S ancor prima che sul professore. È mai possibile che i 5stelle abbiano indicato come presidente del Consiglio un signore di cui non hanno nemmeno passato il curriculum ai raggi X?”. Mentre l’ex senatore Dem Stefano Esposito passa all’attacco: “Conte è stato tra i sostenitori e difensori protocollo Stamina. Se fosse confermato basterebbe per farlo ritirare da qualunque incarico pubblico”.
Dal M5S nessun commento sul coinvolgimento del candidato presidente del Consiglio nella vicenda che portò alla condanna di Vannoni. Una nota pentastellata ridimensiona invece il ‘caso cv’, precisando che “nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi” e “non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella Università”. Secondo l’ufficio della comunicazione, la stampa internazionale e quella italiana “si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato”. Per i Cinquestelle è normale che Conte, in quanto studioso, abbia soggiornato all’estero per perfezionare il suo inglese giuridico. Sarebbe strano il contrario, argomentano i pentastellati che bollano la vicenda come un paradosso.”Lo ha fatto e lo ha giustamente scritto nel curriculum, ma paradossalmente questo ora non va bene e diventa addirittura una colpa”. E, ribaltando la frittata, concludono: “È l’ennesima conferma che hanno davvero tanta paura di questo governo del cambiamento”.
Ma in realtà è abbastanza chiaro che la vicenda non viene presa sotto gamba neppure dal M5S, consapevole che, se già c’erano delle perplessità a livello internazionale su di un professore quasi sconosciuto, ora anche un sassolino può diventare un macigno.