Combattere contro i pregiudizi e l’aggressività, che spesso prendono di mira diversi e stranieri. Questo l’appello rivolto da Papa Francesco agli insegnanti, nel corso dell’udienza con l’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc). “Gli insegnanti cristiani, sia che operino in scuole cattoliche sia in scuole statali, sono chiamati a stimolare negli alunni l’apertura all’altro come volto, come persona, come fratello e sorella da conoscere e rispettare, con la sua storia, i suoi pregi e difetti, ricchezze e limiti. La scommessa è quella di cooperare a formare ragazzi aperti e interessati alla realtà che li circonda, capaci di cura e di tenerezza, liberi dal pregiudizio diffuso secondo il quale per valere bisogna essere competitivi, aggressivi, duri verso gli altri, specialmente verso chi è diverso, straniero o chi in qualsiasi modo è visto come ostacolo alla propria affermazione”. “Questa purtroppo – aggiunge – è una ‘aria’ che spesso i nostri bambini respirano, e il rimedio è fare in modo che possano respirare un’aria diversa, più sana, più umana. Per questo scopo è molto importante l’alleanza con i genitori”.
Il Pontefice parla poi dell’alleanza educativa tra la scuola e la famiglia, che “è da tempo in crisi, e in certi casi del tutto rotta”. “Una volta c’era molto rinforzo reciproco tra gli stimoli dati dagli insegnanti e quelli dati dai genitori – osserva – Oggi la situazione è cambiata, ma non possiamo essere nostalgici del passato. Bisogna prendere atto dei mutamenti che hanno riguardato sia la famiglia sia la scuola, e rinnovare l’impegno per una costruttiva collaborazione, per il bene dei bambini e dei ragazzi. E dal momento che questa sinergia non avviene più in modo ‘naturale’, bisogna favorirla in modo progettuale, anche con l’apporto di esperti in campo pedagogico”.
Tra gli aspetti sottolineati da Francesco, c’è anche l’educazione ecologica. “Naturalmente non si tratta solo di dare alcune nozioni, che pure vanno insegnate. Si tratta di educare a uno stile di vita basato sull’atteggiamento della cura per la nostra casa comune che è il creato. Uno stile di vita che non sia schizofrenico, che cioè, ad esempio, si prenda cura degli animali in estinzione ma ignori i problemi degli anziani; o che difenda la foresta amazzonica ma trascuri i diritti dei lavoratori ad un giusto salario, e così via. L’ecologia a cui educare dev’essere integrale. E soprattutto l’educazione deve puntare al senso di responsabilità: non a trasmettere slogan che altri dovrebbero attuare, ma a suscitare il gusto di sperimentare un’etica ecologica partendo da scelte e gesti di vita quotidiana. Uno stile di comportamento che nella prospettiva cristiana trova senso e motivazione nel rapporto con Dio creatore e redentore, con Gesù Cristo centro del cosmo e della storia, con lo Spirito Santo fonte di armonia nella sinfonia del creato”, sottolinea Bergoglio.