Liz Truss ha concluso il mandato più breve della storia dei premier del Regno Unito. Solo sei settimane, che si sono rivelate un incubo per la politica, leader dei Tory, chiamata a sostituire Boris Johnson.
Il 5 settembre Truss viene eletta leader del partito conservatore, battendo il rivale Rishi Sunak. Solo tre giorni dopo, l’8 settembre, muore la regina Elisabetta all’età di 96 anni, dopo ave regnato per 70 anni. Il 23 settembre, tra le prime importanti iniziative economiche del neo-governo Truss, il Cancelliere per lo scacchiere Kwasi Kwarteng annuncia il cosiddetto ‘mini-budget’ che include circa 45 miliardi di sterline in tagli alle tasse. Una mossa che allerta i mercati, tanto che pochi giorni più tardi la sterlina fa segnare il suo valore più basso di sempre nei confronti del dollaro americano. Ad inizio ottobre, arriva la prima ‘inversione a U’, con Truss e Kwarteng che decidono di non di tagliare più l’aliquota più alta dell’imposta sul reddito, scelta che aveva scatenato forti critiche all’interno del partito conservatore. Il 14 ottobre arriva così la decisione di Truss di licenziare Kwarteng e sostituirlo con Jeremy Hunt. Insieme ad Hunt arriva un’altro cambio di passo, con la decisione di rivedere la maggior parte dei tagli fiscali programmati. Il nuovo Cancelliere ammette poi che le tasse sono destinate a salire.
Le crtiche nei confronti di Truss aumentano, sia all’interno del suo partito sia da parte dell’opposizione. Truss prova a difendere le sue scelte, affermando che “sono tutte prese per assicurare la stabilità del Pase”. Ma non basta, e oggi, il 20 ottobre, dopo solo sei settimane, è arrivato l’annuncio delle dimissioni.