Il reddito di cittadinanza rimane la priorità. Non solo per un eventuale governo a 5 Stelle (che peraltro avrebbe bisogno di una stampella di qualche tipo), ma anche e soprattutto per le sorti dell’intero Paese. A sostenerlo, sul blog del Movimento, è il professor Pasquale Tridico, indicato dal Movimento 5 Stelle come candidato al ministero del Lavoro.
A parere dell’economista, il reddito di cittadinanza spingerebbe alla ricerca di un impiego “almeno un milione di persone che attualmente non cercano lavoro”. Questo perché la misura voluta dai 5 Stelle prevede sì un reddito di base, ma questo “sparisce” dopo tre offerte di lavoro che il beneficiario riceve da un centro dell’impiego e però rifiuta. Il possibile sostituto di Giuliano Poletti sostiene che il reddito di cittadinanza “ci permetterà di rivedere al rialzo l’output gap, cioè la distanza tra il Pil potenziale dell’Italia e quello effettivo, perché 1 milione di potenziali lavoratori saranno di nuovo conteggiati nelle statistiche Istat”.
Se aumenta il Pil potenziale, argomenta Tridico, “possiamo mantenere lo stesso rapporto deficit/Pil potenziale, cioè il cosiddetto ‘deficit strutturale’, spendendo circa 19 miliardi di euro in più di oggi”. In questa cifra entrerebbe certamente il reddito di cittadinanza, che “costa 17 miliardi complessivi, compresi i 2,1 miliardi per rafforzare i centri per l’impiego”. “Sarebbe solo una questione statistica”, spiega il professore, sottolineando però che essa “consentirebbe al governo italiano di finanziare una misura di sostegno al reddito contro la povertà più cospicua di quella appena varata dal governo col Reddito di Inclusione che copre meno di un terzo della povertà assoluta con un sussidio individuale di circa 187 euro, per 1,7 miliardi di euro all’anno”.
Sul fronte più prettamente politico, per il momento il Movimento si limita a reagire alla direzione del Pd con un tweet sull’account del leader Luigi Di Maio: “Gli italiani si aspettano responsabilità da chi ha fatto questa legge elettorale – sottolinea il candidato premier – ma assistiamo ai soliti giochi di potere sulla pelle dei cittadini”. Anche se implicito, il riferimento è rivolto ai dem, che potrebbero proprio fare da stampella ad un governo pentastellato, magari tramite un appoggio esterno. Di Maio parlerà di più martedì, quando Di Maio interverrà all’Associazione della stampa estera a Roma.