Paolo Gentiloni si prepara al doppio ruolo che gli riserva questa fine legislatura: restare in sella fino a quando Mattarella affiderà l’incarico al suo successore e cavalcare la campagna elettorale, mostrando al Paese il volto del Pd inteso come “forza tranquilla di governo”.
Al Nazareno fanno sapere che i rapporti con Matteo Renzi sono molto buoni e per il premier si pensa a un ruolo di primo piano a fianco al segretario Pd da qui al 4 marzo. Insieme a lui, correranno altre figure di spicco in modo da trasmettere un’immagine plurale del partito e della coalizione di centrosinistra a trazione Dem. Il senatore renziano Andrea Marcucci dà per assodata la presenza di Emma Bonino, con la sua lista +Europa dove c’è anche Benedetto Della Vedova.
MATTEO E PAOLO Con il duo Renzi-Gentiloni, poi, in prima fila anche i ministri Marco Minniti, Andrea Orlando, Valeria Fedeli, Graziano Delrio. Gentiloni potrebbe essere candidato in qualsiasi collegio, visto il gradimento di cui gode nell’elettorato, ma è quello di Roma il più quotato. Non è in discussione, per Gentiloni, il ruolo di candidato premier del Pd ricoperto da Renzi, ma dopo il voto si vedrà.
La legge elettorale prevede l’indicazione del leader del partito perciò ci sono “pochi dubbi” su chi correrà per i democratici, sottolinea il presidente del Consiglio. Resta il fatto che si devono vedere i risultati elettorali, in base a questi si lavorerà per fare un governo. “Mi auguro – precisa Gentiloni – che il Pd abbia la forza per essere il partito fondamentale. Per il momento c’è un premier, che sono io, che assicura l’attività del governo”.
SINISTRA DI GOVERNO Il discorso di fine anno – e di fine legislatura – è stato un assaggio di quello che sarà il ruolo di Gentiloni nella campagna da qui alle urne: rappresentare il volto di quella “sinistra di governo” su cui lui stesso ha puntato nel corso dell’intervento. La diciassettesima legislatura ha dimostrato che “in Italia c’è una sinistra di governo a servizio del Paese e questo si è visto nell’esecutivo guidato da Enrico Letta, nel governo Renzi e in quello che io ho presieduto”, ha detto il premier, sottolineando la continuità nella storia del Pd, al di là dei personalismi e delle frizioni.
Gentiloni fa squadra e, rivendicando i risultati raggiunti nella legislatura, insiste sul patrimonio che la “sinistra di governo” rappresenta per il Paese, da Letta a Renzi. La “scissione” c’è stata e si augura non abbia rilevanti conseguenze sul voto. Quindi un avvertimento agli ex compagni di partito confluiti in Liberi e Uguali: “non sempre promuovere le divisioni porta il successo”. Dopo la conferenza di Gentiloni, l’unico ministro a essere intervenuto è stato Carlo Calenda che ha elogiato la “leadership” del presidente del Consiglio. In serata è arrivato ai parlamentari il messaggio a firma Matteo (Renzi), Ettore (Rosato) e Luigi (Zanda) in cui si definisce la diciassettesima “una legislatura tra le più produttive della storia repubblicana”.