Salta la stretta sui contratti a termine. Sono stati ritirati l’emendamento alla manovra presentato in commissione Bilancio dalla deputata Pd Chiara Gribaudo, che prevedeva la riduzione del termine massimo da 36 a 24 mesi, così come quello che aumentava l’indennità di licenziamento. Manca l’accordo politico e i tempi per l’ok alla manovra, che dovrebbe arrivare domani in aula, sono strettissimi.
“Quanto si sta decidendo in queste ore sui temi del lavoro è grave e conferma l’incapacità dell’Esecutivo a mantenere gli impegni”. Così la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti commenta il ritiro in Commissione Bilancio della Camera dei due emendamenti alla manovra relativi all’aumento dell’indennità di licenziamento e alla riduzione della durata massima dei contratti a tempo determinato. Per la dirigente sindacale “entrambi gli emendamenti, seppur di valenza limitata, provavano a mettere in discussione l’impianto complessivo del Jobs Act, le cui conseguenze disastrose sono state confermate quest’oggi dalla nota congiunta diffusa da Istat, Inail, Inps, ministero del Lavoro ed Anpal”. “Anche nel terzo trimestre – sottolinea – si registra una forte crescita dei contratti a tempo determinato e un calo dei tempi indeterminati”. “Lavoro di qualità e investimenti pubblici sono l’unica soluzione – conclude Scacchetti – per una crescita inclusiva e per affrontare l’emergenza della disoccupazione giovanile”.
“In un mercato del lavoro già ampiamente penalizzante per i lavoratori, il governo ha fatto saltare l’emendamento alla manovra sull’aumento dell’indennità di licenziamento. Una scelta che, più di mille slogan, indica l’orientamento dell’attuale maggioranza”. Lo dichiara il segretario di Possibile, Pippo Civati, esponente di Liberi e Uguali. “Nella prossima legislatura – aggiunge il parlamentare di Possibile – l’impegno è quello di cambiare l’impianto di legge sul lavoro, superando il Jobs act, con una riforma che metta al centro i diritti. Ma resta grave che in questa Legge di Bilancio non sia arrivato un segnale minimo per disincentivare i licenziamenti”.