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Salute, italiani sempre più fumatori: sono il 23,3%, +1% del 2017

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Sono 12,2 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 23,3% della popolazione (22,3% nel 2017). Diminuiscono le donne tabagiste: il 19,2% rispetto al 20,8 dello scorso anno contro il 27,7% degli uomini rispetto al 23,9% del 2017. Gli ex fumatori sono invece il 12,9% e i non fumatori il 63,8%. Tra i 25 e i 44 anni c’è una prevalenza più alta di fumatori tra i maschi (35,7). Mentre la fascia d’età 45-64 anni riguarda le donne (26,2). Oltre i 65 anni i numeri scendono per entrambi i sessi.

Si fumano in media 12,3 sigarette al giorno. Rispetto all’area geografica la maggioranza di uomini fumatori è uguale su tutto il territorio. Quella delle donne invece è più alta al Nord (22,6%) rispetto al Sud (17,8) e al Centro (13,8). Si fumano principalmente sigarette confezionate (92,3%) sebbene continui costantemente a crescere il consumo di sigarette fatte a mano (16,9%), più diffuso tra i giovani.

L’indagine sugli adolescenti tra i 14 e i 17 anni realizzata in collaborazione con Explora, ha riguardato 15.000 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, mediante il sistema Cawi, e con una metodologia di campionamento a tre stadi: comuni, scuole, classi. Tra i giovani di età compresa tra 14 e 17 anni sono fumatori abituali l’11,1% (si stimano 254.000 giovani), fumatori occasionali il 13,9% e ragazzi che hanno comunque provato a fumare il 20,2%. Ci sono inoltre circa il 2% di ex fumatori. Questo significa che oltre il 47% dei giovani minorenni è comunque venuto in contatto con i prodotti del tabacco e costituisce un vero e proprio serbatoio di riserva per la popolazione dei tabagisti. Il 51,8% di questi giovani fumatori, abituali o occasionali o ex, ha iniziato a fumare a 14 anni o più quindi durante le scuole superiori, il 43,7% ha iniziato durante le scuole medie (tra gli 11 e 13 anni), e il 4,5% addirittura alle elementari tra i 9 e 10 anni di età. Rispetto alla tipologia di prodotto consumato osserviamo che il 65,1% utilizza sigarette confezionate e circa il 27% sigarette fatte a mano. In questa popolazione quasi il 4% si inseriscono sia gli utilizzatori di sigarette elettroniche che di altri prodotti del tabacco. Nei giovani maschi il consumo di sigarette fatte a mano sale al 33,6% e a 7,5% quello delle e-cig. Rispetto agli istituti scolastici frequentati, il rapporto rileva che negli istituti professionali e nei licei artistici si trovano le prevalenze più alte di fumatori abituali (17,7% e 14,7%) mentre nei licei scientifici e classici si trovano le prevalenze più basse di fumatori abituali (8,1%).

Rispetto al rendimento scolastico percepito si osserva che tra i fumatori abituali, rispetto ai non fumatori, è molto più alta la percentuale di chi dichiara un rendimento mediocre o insufficiente (17,5% vs 4,7%) e viceversa la percentuale più bassa di chi dichiara un rendimento ottimo o discreto (11% vs 33%). Rispetto al titolo di studio dei genitori, fumano di più i ragazzi che hanno i genitori con un titolo di studio più basso; con licenza elementare (16,2% madre, 16,8% padre) e con licenza media (13% madre, 12,8% padre). 

Il dato preoccupante rileva che i fumatori abituali consumano anche altre sostanze. Consumano birra più di 4 volte a settimana (9,3% rispetto allo 0,7%), consumano superalcolici più di 4 volte a settimana (5,4% rispetto allo 0,3%), perdono il controllo ubriacandosi 3 o più volte nell’ultimo mese (12% rispetto all’1,1%), consumano energy drink tutti i giorni della settimana (13,1% rispetto al 4,7%).

Rispetto al consumo di droghe si osserva che il 65,6% dei fumatori abituali ha fumato cannabis almeno una volta durante l’ultimo anno (stima popolazione circa 167.000 giovani), rispetto al 2% dei coetanei non fumatori. Il 4,7% dei fumatori abituali ha dichiarato di consumare smart drugs rispetto all’1,3% dei non fumatori. Tra di loro c’è la più alta percentuale di chi non pratica attività sportiva (18,5% vs 12%) e la più bassa percentuale di chi pratica sport almeno 2 volte a settimana (54,7% vs 65,1%).

Per quando riguarda le caratteristiche di personalità si è osservato che la propensione al rischio, misurata con una scala specifica, aumenta in funzione del legame del giovane al prodotto del tabacco. Il valore medio di propensione al rischio di un non fumatore è di 16,7, sale a 20,1 nel fumatore occasionale e raggiunge il valore medio di 21,2 nel fumatore abituale. In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono circa 1,1 milioni. Di questi il 60,3% sono fumatori, il 32,3% sono ex-fumatori e il 7,4% non ha mai fumato. La maggior parte degli utilizzatori (75,3%) è rappresentata da consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig, in particolare quelle contenenti nicotina.

A quasi 15 anni dall’entrata in vigore della legge Sirchia, il rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici e nei posti di lavoro non è ancora pienamente garantito e restano ancora significative differenze fra Nord e Sud a sfavore di quest’ultimo. L’estensione dei divieti sul fumo in auto in presenza di minori e di donne in gravidanza è quasi totale, più dell’80%. Le immagini forti e le avvertenze sui rischi riportate sui pacchetti non sono risultate indifferenti ai tabagisti. L’indagine rileva che sono stati notati dalla quasi totalità dei fumatori (91,1%). Nel 77,7% dei casi hanno portato a pensare ai rischi per la salute, nel 56,4% dei casi hanno fatto aumentare il desiderio di smettere e nel 37,7% dei casi hanno spinto a rinunciare ad accendere una sigaretta nell’ultimo mese.

In 15 anni di attività, il Numero Verde Fumo (TVF) 800 45 40 88 ha gestito circa 50.000 telefonate. Fino al 2012 gli operatori gestivano mediamente 1000 telefonate l’anno ma da ottobre del 2012, quando il numero verde è stato inserito sulle confezioni dei prodotti del tabacco, le telefonate sono aumentate fino a raggiungere oltre 15000 contatti solo nel 2017. Sono aumentati anche i giovani che hann contattato il servizio. In questi ultimi anni, le caratteristiche dell’utenza sono cambiate e l’équipe del servizio propone interventi sempre più diversificati e personalizzati, trovandosi spesso a offrire percorsi di counselling per coloro che desiderano smettere di fumare e che trovano difficoltà a raggiungere le strutture sanitarie di riferimento territoriali. A chiamare, dal 2003, sono stati soprattutto gli uomini (30,791 ovvero il 61,2%) e le persone di età compresa tra 45 e 64 anni (14.945 ovvero il 29,7%). A seguire persone tra 25 e 44 anni (22,8%), giovani al di sotto dei 25 anni (11,9%) e ultrasessantacinquenni (11,5%). Queste ultime due categorie, i giovani e gli anziani, hanno telefonato di più a partire dal 2016, fino a rappresentare rispettivamente il 15,7% e il 15,4% delle chiamate. 

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