Gli Stati Uniti e i loro alleati, Gran Bretagna e Francia, hanno lanciato più di 100 missili da crociera in Siria contro obiettivi del governo di Bashar Assad nell’area di Damasco e Homs. Ad annunciare l’attacco nella notte è stato il presidente americano Donald Trump in diretta tv: “Il nostro obiettivo è distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano”. Gli attacchi aerei hanno preso di mira “il principale centro di ricerca” per armi chimiche e due siti di produzione, come ha dichiarato il ministro della Difesa francese, Florence Parly. “L’obiettivo è semplice: impedire al regime di usare di nuovo armi chimiche”, ha aggiunto. La reazione militare americana agli attacchi chimici in Siria “non è finita”, hanno riferito due alti funzionari americani alla Cnn. “Le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze”, ha commentato il Cremlino. Ferma la condanna dell’attacco da parte del presidente russo Vladimir Putin: “Un atto di aggressione” contro un Paese che sta combattendo il terrorismo sul suo territorio. Putin ritiene che l’intervento, senza un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, rappresenta una violazione del diritto internazionale. Il responsabile dell’esercito russo, il generale Sergei Rudskoi, ha riferito che “non risultano vittime tra i civili e tra l’esercito siriano”.
The US, UK and France coordinated to launch strikes against targets within Syria in response to an alleged chemical weapons attack by the regime of President Bashar al-Assad https://t.co/Xthhf3ewYe
— CNN (@CNN) 14 aprile 2018
Il raid arriva a una settimana dai presunti attacchi con gas chimici di Douma, in cui sono morte un centinaio di persone. Il presidente Usa Donald Trump ha annunciato che gli Usa assieme a Francia e Gran Bretagna nella notte hanno bombardato la Siria aggiungendo che “andremo avanti il tempo necessario per distruggere le loro capacità di lanciare armi chimiche”. Riferendosi poi all’attacco dello scorso 7 aprile a Douma, definito “spregevole e malvagio”, il capo della Casa Bianca nel suo discorso ha spiegato che “non è stata l’azione di un uomo, ma il crimine di un mostro“. E il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato: “Non possiamo tollerare la banalizazione dell’uso delle armi chimiche” aggiungendo che “i fatti e la responsabilità del regime siriano non sono in dubbio”. Il ministero degli Esteri siriano ha condannato “l’aggressione brutale e barbarica”. Mentre la premier britannica Theresa May, in conferenza stampa, ha spiegato: “Abbiamo ritenuto fosse giusto e legale intervenire militarmente con alleati per alleviare ulteriori sofferenze umanitarie riducendo la capacità di usare armi chimiche da parte del regime di Damasco. Non si tratta di interferire in una guerra civile, né di cambiare un governo: è un attacco limitato con chiari confini che vuole evitare l’escalation e altre vittime civili. Abbiamo colpito una serie limitata e specifica di obiettivi, centri di ricerca e bunker militari coinvolti in attacchi chimici – ha precisato – Colpire questi obiettivi è significativo per ridurre la capacità chimica del regime”. La Siria ha un passato terribile di utilizzo delle armi chimiche, “le ha usate più volte e questo deve essere fermato”, ha precisato la premier ribadendo di avere in mano le prove che il governo di Damasco a Duma abbia utilizzato gas tossici: “Sappiamo con certezza che è stato il regime siriano”. “Le armi chimiche non possono essere utilizzate e questo vale non solo per la Siria, ma anche per le strade britanniche”, ha poi aggiunto May, con chiaro riferimento all’avvelenamento con il gas nervino, a Salisbury, dell’ex spia russa, Serjei Skripal. “La comunità internazionale non resterà ferma tollerando l’uso di armi chimiche, il nostro intervento militare non resterà indipendente e solo. Restiamo impegnati a risolvere il conflitto in Siria convinti che la migliore soluzione resti quella politica. Lo sappiamo tutti”, ha concluso May.