Quinto giorno sulla Alan Kurd, il tempo peggiora e Sea Eye chiede aiuto a Malta. “Speriamo che le menti della politica si calmino presto per fare ciò che è umano. Salvare vite umane. Per favore signor Muscat, ci aiuti”, è il tweet dell’ong tedesca che fa appello al premier maltese, Joseph Muscat, perché consenta l’approdo della nave con a bordo 64 migranti soccorsi al largo della Libia.
Attualmente infatti la Alan Kurd si trova in acque internazionali al largo di Malta, dopo il ‘no’ dell’Italia, e ora attende ulteriori istruzioni. “Le scorte di cibo e di acqua si esauriranno a breve e la situazione medica potrebbe deteriorarsi rapidamente una volta che la tempesta prevista arriverà”, ha spiegato Carlotta Weibl, portavoce di Sea-Eye, all’Assemblea nazionale di Mediterranea. “Esortiamo pertanto – ha aggiunto – gli stati europei ad agire in nome dell’umanità e nel rispetto dei diritti umani apprezziamo molto che non ci sia stato dato spazio per questo”.
“Come tutti sappiamo, – ha continuato Webi – in Libia i rifugiati e migranti non hanno alcuna tutela dei loro diritti umani: sono esposti ogni giorno a tortura, schiavitù e stupri. La Libia non può essere considerato un luogo sicuro in ogni caso e, con gli ultimi sviluppi politici e con l’incombente guerra civile, è chiaro che un porto sicuro può trovarsi solo nord della Libia”.